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Il 31 dicembre scade il contratto nazionale dei metalmeccanici, firmato da Federmeccanica-Assistal e sindacati nel novembre 2016. Dopo alcuni mesi di discussione e l’approvazione da parte degli organismi statutari, oggi (mercoledì 4 settembre) è stata presentata a Roma dai Consigli generali di Fiom Cgil, Fim Cisl e Uilm Uil la piattaforma con cui avviare la discussione sul rinnovo. L'assise, che si è tenuta al Centro congressi Frentani (in via dei Frentani 4), ha approvato l’ipotesi di piattaforma unitaria: a partire dalla prossima settimana si svolgeranno le assemblee nei luoghi di lavoro e la piattaforma sarà sottoposta alla consultazione certificata con voto segreto delle lavoratrici e dei lavoratori, successivamente sarà inviata alle controparti per l’avvio della trattativa.
“Questa è la prima piattaforma unitaria dei metalmeccanici dal 2006”, spiega la segretaria generale della Fiom Cgil Francesca Re David: “Siamo in presenza di una piattaforma importante, che si pone l’obiettivo di aumentare le retribuzioni dei lavoratori metalmeccanici, ferme da troppo tempo, che sono anche la causa del blocco del mercato interno. L’aumento del salario sui minimi contrattuali e il contrasto alla precarietà sono elementi centrali della piattaforma". L'esponente sindacale evidenzia la necessità di "cambiare i modelli organizzativi delle imprese sui temi del mercato del lavoro, allargando le tutele e i diritti, in particolare negli appalti, e contrastando la precarietà. Occorre anche valorizzare il lavoro attraverso interventi sulla formazione e sull'inquadramento professionale". Per Francesca Re David; inoltre, "non è più tollerabile un sistema di compressione dei costi che sta sempre più producendo morti e infortuni sul lavoro". La segretaria Fiom, in conclusione, rimarca anche il valore di “aver definito il vincolo del percorso democratico con il voto dei lavoratori sulla piattaforma e sull'eventuale accordo”.
Il contratto nazionale dei metalmeccanici è certamente il più importante del settore industriale, considerato che coinvolge 1 milione 400 mila lavoratori. Obiettivo dei sindacati è quello di continuare la strada dell’innovazione della contrattazione, costruendo un ccnl che punti sulla certificazione delle competenze e sulla qualità dell’occupazione, sul rafforzamento dell’alternanza scuola-lavoro e sulla crescita salariale, sul diritto soggettivo alla formazione e sull'azzeramento degli infortuni, sulla stabilità del lavoro e sull'estensione dei diritti agli addetti degli appalti, sul sostegno alla genitorialità.
Questo rinnovo, però, si caratterizza soprattutto per l’esigenza di far aumentare il potere d’acquisto delle retribuzioni, diminuito anche a causa dell’alta tassazione che grava sul lavoro dipendente, colmando un deficit negativo che è stato provocato dai lunghi anni di crisi. Nella piattaforma si chiede un aumento del salario dell'8 per cento sui minimi contrattuali, relativo al periodo 2020-2022. “Gli aumenti – si legge nella piattaforma – verranno definiti dal contratto sulla base dell’accordo interconfederale del 9 marzo 2018 e di quanto definito nella contrattazione dei metalmeccanici”. Una richiesta importante, questa dell’8 per cento, pari a 153 euro, che “ha lo scopo – concludono Fiom, Fim e Uilm – di incrementare i minimi salariali dei metalmeccanici che si attestano sui livelli più bassi d’Europa”.
Per il segretario generale della Fim Cisl Marco Bentivogli quello che "ci apprestiamo a rinnovare è un contratto importante che punta a relazioni industriali partecipative e ad aumentare i salari. Il cuore delle rivendicazioni è un contratto delle competenze, che renda le competenze dei lavoratori moneta intellettuale per affrontare le grandi transizioni del futuro". Per il segretario generale della Uilm Uil Rocco Palombella "il lavoro deve tornare al centro dell’agenda della politica italiana, caratterizzando il futuro rinnovo del contratto dei metalmeccanici, con l’aumento dei minimi salariali e delle indennità dell’8 per cento. Questa richiesta non è frutto di improvvisazione, ma di un ragionamento che va nella direzione dell’aumento del peso del potere d’acquisto e dei salari dei lavoratori a fronte di una delle peggiori crisi dal dopoguerra a oggi”.
(aggiornamento ore 14.47)