Secondo giorno di sciopero oggi (martedì 8 ottobre) e presidio permanente davanti ai cancelli. Giovedì 10 è in calendario un nuovo incontro, ma le possibilità di evitare la chiusura non sembrano molte. Martedì 1° ottobre la Favorit, azienda leader nella produzione di cancelleria, controllata dalla francese Hamelin, ha comunicato la decisione del gruppo di chiudere lo stabilimento di Tito Scalo (Potenza) che impiega attualmente 41 addetti.

Le motivazioni dell’azienda

“L’amministratore delegato Eric Joan ha giustificato la scelta con motivazioni legate alla riduzione dell’attività produttiva dovuta alla forte decrescita del mercato di riferimento, sia italiano sia europeo, dei prodotti per ufficio”, hanno spiegato i segretari generali territoriali Filctem Cgil (Francesco lannielli), Femca Cisl (Francesco Carella) e Uiltec Uil (Giuseppe Martino) al termine dell’incontro con l’azienda.

Un’altra motivazione addotta dalla multinazionale, sempre secondo quanto riportato dai dirigenti sindacali, è che “lo stabilimento si trova geograficamente in una posizione non centrale rispetto ai mercati di sbocco europei. Per questo il gruppo ha deciso di concentrare la propria attività in altri impianti: è l’ennesimo caso di una multinazionale non italiana che decide di delocalizzare e abbandonare il nostro Paese”.

Il commento dei sindacati

Iannielli, Carella e Martino spiegano che si sarebbero “aspettati, al di là del fatto che è inaccettabile l’idea che un gruppo che produce utili importanti con estrema freddezza rovini le sorti di 40 famiglie, con lavoratori che hanno permesso per oltre 30 anni produzione e guadagni, almeno il consueto ‘garbo istituzionale’ nei confronti della Regione Basilicata che, nella persona dell’assessore Francesco Cupparo, aveva invitato l’azienda a presentare progetti di rilancio offrendo tutto il sostegno possibile”.

Invece, ancor prima dell’incontro già fissato per il 10 ottobre, l’azienda “ha pensato bene di avviare la procedura di licenziamento collettivo, incurante dell’impegno preso innanzi alle istituzioni di questa terra che l’ha ospitata per anni”.

I dirigenti di Filctem, Femca e Uiltec così concludono: “Un atteggiamento inaccettabile per sindacati e lavoratori. Ed è complicato, se non impossibile, dialogare a queste condizioni. L’azienda ritiri la procedura di licenziamento e si rimetta attorno a un tavolo per cercare la migliore soluzione condivisa. Diversamente continueremo e inaspriremo la nostra lotta a tutela dei lavoratori”.