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È stata siglata la preintesa per il rinnovo del contratto nazionale 2019-21 che riguarda i medici, veterinari e dirigenti del servizio sanitario nazionale. Lo rende noto la Fp Cgil. Sono coinvolti 140 mila professionisti, che ricevono così un aumento medio di 240 euro lordi mensili.
"Con questa preintesa sul rinnovo del contratto, siglata dall'unanimità delle organizzazioni sindacali presenti al tavolo, garantiamo tutele a 140 mila professionisti che, sulla traiettoria del precedente, interviene su carriere e orario di lavoro. Garantiamo la concentrazione delle risorse disponibili per aumentare il tabellare, con 240 euro lordi medi mensili di aumento di cui circa 190 sul trattamento fondamentale (tabellare e indennità di specificità professionale che viene finalmente inserita anche per i dirigenti sanitari e delle professioni sanitarie). Le restanti risorse sono destinate a posizioni, performance e condizioni di lavoro. Gli arretrati maturati dal 2019 a oggi sono pari a circa 10 mila euro lordi procapite”. Lo scrive in una nota Andrea Filippi, segretario medici e dirigenti Ssn di Fp Cgil.
“Inoltre – ha spiegato - si introduce l’indennità per turno nei servizi prestati presso i pronto soccorso. La Fp Cgil si è battuta e continuerà a battersi per l'equiparazione retributiva di tutti i dirigenti, a iniziare dal riconoscimento dell'indennità di esclusività per i dirigenti delle professioni sanitarie, per i quali abbiamo comunque ottenuto una forma di parziale perequazione con la valorizzazione specifica della posizione. Abbiamo reso esigibile in maniera inequivocabile il recupero dell'extra-orario lavorato, che fino a oggi veniva azzerato per una vecchia norma che ci trascinavamo dal 2005. Oggi abbiamo ottenuto periodi più lunghi e modalità più flessibili per il recupero di gran parte dell'orario extra, salvaguardando la retribuzione delle prestazioni aggiuntive che aumenta a 80 euro l'ora. Mentre sui media si sviluppano le polemiche sull'emergenza dei pronto soccorso e la carenza di medici dovuta alle condizioni di lavoro, nel Ccnl introduciamo strumenti che costituiscono delle prime risposte, ma diciamo sin da ora che il ministro deve convocare i sindacati della dirigenza per affrontare la questione salariale e occupazionale con strumenti ben diversi da quelli messi in campo finora”.
Filippi ha inoltre osservato: “abbiamo reso obbligatoria l'assegnazione degli incarichi professionali da parte delle aziende che 'dovranno assegnarli entro e non oltre 60 giorni dall'esito positivo delle valutazioni' che pure verranno regolamentate con 'tempistiche certe' continuando sulla strada della valorizzazione professionale. E ancora, abbiamo migliorato la tutela legale dei professionisti e la retribuzione del part-time per favorire la conciliazione dei tempi vita-lavoro delle dirigenti donne, cosi come la possibilità del lavoro agile. Inoltre ora è più chiara la destinazione delle risorse da contrattare per i fondi aziendali e definito l'utilizzo delle ore per la formazione”.
“Abbiamo lavorato – ha proseguito il dirigente sindacale - per qualificare il contratto collettivo nazionale per garantire tutele, diritti e carriere delle professioniste e dei professionisti, ma siamo consapevoli che sono necessari investimenti e più risorse oltre che più contrattazione per riconoscere il ruolo di chi sceglie di lavorare per il Ssn, con orgoglio e spirito di servizio e adesione all’art 32 della Costituzione”.
“Riteniamo una vergogna che ai medici e dirigenti del Ssn che hanno sacrificato tutto nell’emergenza pandemica il contratto sia rinnovato con due anni di ritardo e che non si apra ancora la trattativa sul contratto 2022-24 perché il governo Meloni non finanzia con risorse adeguate il contratto dei dipendenti pubblici. Questa firma è una prima restituzione di diritti e salario al lavoro di chi garantisce, insieme ai lavoratori del sistema salute, la cura dei cittadini. Proprio per questo chiediamo risposte nella legge di bilancio. Il governo non può pensare che siccome il contratto arriva in ritardo si cancella la rivendicazione salariale dei medici e dirigenti sanitari sull’inflazione di questi anni. Per questo – conclude Filippi - saremo in piazza il 7 ottobre a difesa della Costituzione e come Fp Cgil siamo pronti alla mobilitazione”.