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Il primo pensiero, il neo eletto segretario generale della Cgil Liguria, Maurizio Calà, lo ha rivolto alla guerra in Ucraina: “La grande manifestazione di sabato a Roma e tutte quelle che si stanno susseguendo in questi giorni chiedono una cosa sola: va fermata la strage e la guerra e implementato il negoziato. Noi stiamo dalla parte del popolo ucraino invaso da un dittatore che prima di pensare a esportare democrazia con la guerra dovrebbe garantirla nel suo Paese”. Per Calà un bel segnale arriva dal fiume di solidarietà delle famiglie e dell’associazionismo verso il popolo ucraino e dalla disponibilità dei governi sui corridoi umanitari. "Per la Cgil l’accoglienza è una forma di solidarietà che qualifica la società e che deve essere espressa sempre. Non a caso, e da tempo, la Cgil chiede un campo di accoglienza che tolga dalla strada e da condizioni di vita indecenti i migranti che cercano di attraversare la frontiera con la Francia.
La guerra in Ucraina avrà anche conseguenze economiche importanti. Rischia di bruciare i sacrifici e le risorse impegnate per l’uscita dalla pandemia e il rilancio dell’economia soprattutto in un Paese come il nostro martoriato dal debito pubblico e dagli antichi divari territoriali, sociali, tecnologici e industriali. Si ritorna a parlare di nucleare, di carbone e di vecchie tecnologie che sembravano sparite perché nocive per le persone e per l’ambiente. Si rischia una discussione con la testa rivolta al passato piuttosto che al futuro. Sull’inflazione e sull’energia intervenga il Governo a favore di lavoratori e famiglie".
Calà ha poi affrontato alcuni temi che riguardano il territorio, tra cui infrastrutture, industria, turismo, sanità e Pnrr. “Grazie al Piano Nazionale di Ripresa e Resilienza anche la Liguria potrà beneficiare di molte risorse. Sono stati costituiti formalmente una serie di tavoli con la Regione a cui bisogna adesso dare gambe per camminare e, se serve, correre. Anche le amministrazioni locali è bene che aprano una stagione di ritrovata capacità progettuale e di programmazione. Noi siamo pronti e disponibili al confronto. Non basta riuscire a spendere le risorse del Pnrr, che rimane il primo obiettivo. Bisogna spenderle bene: è necessaria una visione e un progetto complessivo mettendo insieme le risorse del Pnrr e degli altri fondi europei e nazionali; il Pnrr deve spingere sulla riconversione produttiva, tecnologica e infrastrutturale e tenere sul piano occupazionale; deve servire a riorganizzare, efficientare e digitalizzare la pubblica amministrazione; deve avere come obiettivo la tutela ambientale e il rilancio del turismo destagionalizzato di qualità; si deve poter costruire una rete socio sanitaria e assistenziale di qualità in una regione che invecchia e fare in modo che ci sia un rapporto vincolante tra soldi investiti e creazione di stabile e buona occupazione".
La Liguria è una terra che ha grandi opportunità ma anche tante crisi e che ha accumulato ritardi. I dati vedono scendere la cassa integrazione a gennaio 2022 del 63% rispetto all’anno prima, ma schizzano gli infortuni sullo stesso periodo, + 106%. Per le donne l’aumento degli infortuni è del 149%. Le assunzioni nel 2021 salgono del 15% sul 2020 ma segnano comunque un - 14,7% sul 2019. Delle assunzioni solo il 18% è a tempo indeterminato e le donne sono sempre le più penalizzate. Per Calà, “si pone una enorme questione che riguarda la precarietà che va affrontata a Roma, con la cancellazione delle leggi sbagliate, ma anche sul territorio con una azione sindacale diretta a stabilizzare i precari pubblici e privati”.
Secondo Calà, “la Liguria è una regione che può e deve esprimere meglio le proprie potenzialità. Ci sono comparti come il turismo dove nonostante la ripresa, siamo lontani dai dati pre pandemia. O ancora l’apparato industriale che nonostante presenti diverse eccellenze ha bisogno di essere sostenuto e incentivato, anche da decisioni di politica regionale e nazionale. Le crisi aperte vanno affrontate; solo per citarne alcune: dall’Ex Ilva, all’Oto Melara, alle aree Enel di La Spezia, alla Piaggio Aerospace al futuro della Bombardier adesso Alstom, dove c’è crisi anche di idee e piani industriali. Per farlo bisogna anche rilanciare le questioni infrastrutturali: queste sono la chiave di volta della qualità dello sviluppo e della produzione industriale, della vita delle persone, dell’ambiente e del settore turistico. L’elenco è troppo lungo e nonostante su molte ci siano già le risorse stanziate si stanno accumulando troppi ritardi”.
Capitolo a parte è quello socio sanitario. “La pandemia ha messo a nudo i problemi della sanità che in Liguria sono aggravati dalla questione demografica. Si deve puntare sulla medicina di prossimità e sulle case di comunità dove il malato viene realmente preso in carico e occorre rapidamente realizzare gli ospedali mancanti. Bisogna procedere senza indugio alla stabilizzazione del personale che in questi mesi ha consentito alla macchina pubblica di continuare a funzionare e la sanità pubblica deve rimanere il valore aggiunto di questa regione”.
Per Calà il primo interlocutore è la Regione Liguria. “Occorre confrontarsi sull’idea di Liguria che vogliamo per i prossimi anni. Le risorse ci sono. La questione adesso è verificare se c’è la volontà e la capacità politica di procedere. Bisognerà ragionare anche con le parti datoriali perché penso dovremmo essere tutti consapevoli del momento storico che stiamo vivendo e raccoglierne oltre che i problemi le opportunità". Infine un pensiero all’azione sindacale: “L’azione sindacale deve essere unitaria: è una scelta obbligata perché quando il sindacato è unito sono più forti anche i lavoratori”.