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Anche in Basilicata sale la tensione Covid 19. E non si tratta questa volta solo della lotta contro la diffusione del virus. In campo c’è anche uno scontro tra aziende ospedaliere e Cgil, che viene accusata di diffondere notizie esagerate. Il contenzioso dura ormai da giorni, ma ora è sfociato in un’azione giudiziaria vera e propria attivata dal direttore generale e dell’ospedale San Carlo, il più importante di Potenza, Massimo Barresi, contro la Cgil Basilicata e contro tutti gli organi di stampa che hanno diffuso le notizie rese note dal sindacato. L’azienda ha ritenuto infatti fortemente lesivi della immagine dell’Azienda Ospedaliera Regionale “San Carlo” di Potenza, articoli che secondo il direttore generale costituiscono gli ultimi episodi di un attacco mediatico inconsulto che si protrae già da diverso tempo.
In realtà la Cgil non ha fatto altro che dare voce ai lavoratori dell’ospedale e ai cittadini che hanno raccontato vari episodi relativi alla gestione dell’emergenza sanitaria di questi giorni. Il problema principale – come è successo in tutta Italia – è legato all’assenza di protezione per i sanitari e gli operatori. Anche in presenza di pazienti contagiati, le dotazioni per medici e infermieri sono state scarse o nulle. Da quello che si è potuto sapere i primi ordini per gli strumenti di protezione dei lavoratori dell’Ospedale San Carlo sono partiti solo il 17 marzo. Secondo le tante testimonianze raccolte dal sindacato, non sono stati attivati a pieno i protocolli di sicurezza e molti sono stati i ritardi negli interventi. Medici e infermieri sono stati costretti a lavorare senza le adeguate attrezzature. Eppure anche in Basilicata il contagio si sta diffondendo anche se, per fortuna, non con la velocità e l’estensione che si sono riscontrate nelle zone rosse del Nord Italia. Nella regione i contagiati finora sono 270. Una settantina di persone sono ricoverate in ospedale, mentre i malati in terapia intensiva sono 17. Le morti legate direttamente al coronavirus sono state finora 15.
Ed è proprio per bloccare il contagio e ridurre le persone che rischierebbero la vita che è necessario attivare sempre tutti i protocolli di sicurezza. A maggior ragione negli ospedali. Il motivo di fondo sta tutto qui. Non c’è nessuna volontà scandalistica o provocatoria nell’azione del sindacato. C’è solo la presa d’atto di una responsabilità collettiva nei confronti dei lavoratori e di tutti i cittadini. La Cgil Basilicata ribadisce quindi le sue critiche e i suoi allarmi e pensa che nel caso della salute dei cittadini come nel caso del rispetto più generale dei diritti fondamentali delle persone, non è accettabile alcuna censura.
Alla notizia del ricorso alla magistratura da parte dei direttore generale del San Carlo, la Cgil regionale replica così: “Non ci faremo mettere il bavaglio – dice il segretario generale della Cgil della Basilicata, Angelo Summa – continueremo con sempre maggiore attenzione nella sua azione di controllo e critica dell’operato dei vertici della Azienda nell’interesse dei lavoratori del San Carlo e di tutta la comunità lucana e nel rispetto delle famiglie che hanno perso i loro cari. Il presidente Vito Bardi intervenga: ci dica se in Basilicata esiste ancora la libertà di critica”. In realtà, spiegano in casa Cgil, il sindacato non ha fatto altro che esercitare un legittimo e doveroso diritto di valutazione e critica nel merito delle scelte gestionali e organizzative compiute dal direttore generale del San Carlo. “Non abbiamo mai fatto affermazioni contro l’Azienda Ospedaliera Regionale San Carlo –spiega ancora Summa – ma al contrario, proprio al fine di salvaguardare l'imprescindibile funzione che la stessa da sempre svolge nella Regione Basilicata quale insostituibile e principale presidio di tutela e cura della salute dei lucani, nonché l’inestimabile patrimonio di professionalità che all’interno della stessa a tutti i livelli operano, la Cgil ha criticato sulla base di oggettivi dati di fatto, le scelte strategiche e operative del suo direttore generale”.
La Cgil regionale chiede al presidente Bardi un intervento immediato affinché si dica “se in Basilicata c’è ancora la libertà di critica sancita dalla Costituzione o se si intende lasciare ancora agire un certo management, che oltre a manifestare limiti gestionali non all’altezza della funzione chiamato a svolgere, si è spinto fino a porre in essere, un’azione lesiva di una libertà fondamentale”. Nella sua battaglia per la verità e per la difesa dei lavoratori e dei cittadini, la Cgil Basilicata non è sola. Sono state tante le dichiarazioni di solidarietà, mentre oggi sul caso dell’Ospedale di Potenza interviene anche la Cgil nazionale. “Invece di attaccare il sindacato a suon di querele giudiziarie – dichiara Rossana Dettori, segretaria confederale nazionale con delega ai problemi della salute – l’azienda ospedaliera dovrebbe pensare prima di tutto a fare bene il suo mestiere. Che è quello di curare gli ammalati ed evitare che si diffondano le epidemie”.
Intanto il bollettino quotidiano ci aggiorna con le cifre: sono 276 i positivi al coronavirus su 3474 tamponi analizzati dall'inizio dell'emergenza. I dati sono stati diffusi dalla task force della Regione e sono aggiornati all'8 aprile. Nella sola giornata di ieri sono stati effettuati 178 test per l'infezione da Covid-19, di cui solo 6 risultati positivi e sono cosi' suddivisi: 3 a Sant'Arcangelo, 1 a Potenza, 1 a Pisticci, 1 a Pignola. I deceduti sono 15, principalmente del Potentino e in numero maggiore nella città capoluogo, dove sono decedute 6 persone, mentre i guariti sono 13. La maggior parte dei contagiati in Basilicata si trova in isolamento domiciliari (209), 67 sono ricoverati tra gli ospedali San Carlo di Potenza e Madonna delle Grazie di Matera. Di questi, 39 si trovano nei reparti di malattia infettiva, 17 in terapia intensiva e 11 in pneumologia.