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“Iniziato il confronto con Marelli sulla situazione e sulle prospettive del gruppo in Italia, procedendo in modo analitico stabilimento per stabilimento”. A dirlo sono Fiom Cgil, Fim Cisl, Uilm Uil, Fismic, UglM e AqcfR, parlando dell’incontro che si è tenuto martedì 27 giugno a Roma.
“La fabbrica di Venaria Reale di sistemi di scarico si avvia verso la fine della sua produzione, a causa del progressivo declino dei volumi: chiuderà alla fine del secondo trimestre 2024, ma gli attuali 81 dipendenti saranno riassorbiti all’interno del gruppo, 65 persone nella fabbrica di Venaria Lighting e 16 persone nel quartiere generale con sede sempre a Venaria, al netto di uscite volontarie”, spiegano i sindacati.
“La produzione residua – continua la nota – andrà in parte a Caivano e in parte in Polonia. L’arrivo di nuova produzione nel 2024 aiuterà la fabbrica di Caivano a migliorare la sua situazione economica e occupazionale, con 14 nuovi inserimenti attraverso trasferimenti infragruppo o assunzioni. Si potrebbero aggiungere nuove lavorazioni se si riuscisse ad ottenere un’ulteriore commessa da Stellantis”.
Per lo stabilimento di Melfi “una parte della trattativa con Stellantis si è conclusa positivamente, ma un’altra parte è ancora in corso. Oggi lo stabilimento vede crescere volumi e redditività ma l’esito del confronto con il cliente sarà decisivo; una risposta si attende già a luglio o massimo a settembre. Infine sono in corso gli approfondimenti per comprendere come prorogare l’utilizzo degli ammortizzatori sociali. Gli esuberi attualmente sono quantificati in 80, con un lieve aumento a 84 nel 2024. La situazione potrebbe essere supportata da alcune azioni intraprese dalla Regione Basilicata”.
Per Sulmona sarà decisivo l’esito delle trattative con Stellantis. “L’attuale esubero – spiegano i sindacati – è di 90 persone ma aumenterà nel 2024 a 135. La solidarietà in corso può proseguire ancora per il 2024, eventualmente prorogabile nel 2025. A pesare sono sia la fine di alcuni prodotti sia la diminuzione dei volumi del Ducato, ragion per cui diventa decisiva la capacità di ottenere nuove forniture e potrebbe essere utile anche un confronto con la Regione Abruzzo per sostenere gli investimenti”.
Anche per Bari “sono in corso importanti trattative con Stellantis nonché con altri produttori automobilistici. Al momento però ci sono 87 esuberi, che saliranno a 162 nel 2024 se non verranno colte le potenziali opportunità commerciali. La ricongiunzione delle due divisioni powertrain tradizionale ed elettrica, da noi a lungo richiesta, dà maggiore competitività allo stabilimento. Come ulteriore ricaduta positiva di questa scelta, si è in attesa di una risposta dell’Inps sulla possibilità di far partire un nuovo contatore di ammortizzatori sociali”.
A Crevalcore si hanno “significativi problemi di competitività sia nel reparto plastica sia in quello alluminio. Anche a causa di ciò la Direzione aziendale dichiara che è in corso una analisi sulla possibilità di garantire la missione produttiva dello stabilimento. È comunque già programmato un incontro con la Regione Emilia. In questo momento gli esuberi sono contenuti nel numero di 20, che si alzerà a 28 nel 2024”.
Gli altri siti godono tutti di una situazione di maggiore solidità. “Bologna – argomentano le sigle metalmeccaniche – resta il cuore della attività di sviluppo; peraltro la R&D è rivolta non solo all’elettrico ma anche ad altri combustibili alternativi. Corbetta non ha esuberi, ma 30 contratti in somministrazione purtroppo non verranno confermati. Tolmezzo resta un impianto di riferimento per il lighting con una molteplicità di prodotti e di clienti. Venaria lighting ha alti volumi, ma ha avuto forti problemi per riuscire a evaderli correttamente e tempestivamente”.
La nota così prosegue: “Quanto a Rivalta, superati i problemi del passato, si presenta oggi come una fabbrica di piccole dimensioni ma satura. Proseguono le attività di ricerca e di staff nel comprensorio di Torino-Venaria. Come organizzazioni sindacali abbiamo espresso il nostro apprezzamento per la dichiarata volontà di Marelli di restare saldamente in Italia e di affrontare i problemi attraverso il dialogo. Tuttavia esprimiamo preoccupazione per la situazione di incertezza o di oggettiva difficoltà in cui versano molti stabilimenti”.
A questo proposito intendiamo innanzitutto “coinvolgere le amministrazioni regionali interessate e poi chiamare in causa il governo. La politica ha imposto all’auto la transizione ed è la politica che deve ora aiutare imprese e lavoratori a superarne le ricadute occupazionali. Esistono fondi specifici per l’automotive e fondi del Pnrr che devono essere utilizzati per la salvaguardia e il rilancio industriale. Inoltre, negli stabilimenti in cui sussistono esuberi e in cui si fa ricorso agli ammortizzatori sociali dovremo confrontarci sui risultati delle discussioni in corso con Stellantis e dovremo individuare strumenti di uscite volontarie utili in particolare ad agganciare la pensione e rigenerare l'occupazione anche per preparare gli stabilimenti a rispondere al meglio alle attività produttive. Infine esprimiamo la nostra contrarietà ad azioni di esternalizzazione di fasi di lavoro, che giudichiamo non vantaggiose per l’azienda e soprattutto deleterie per i lavoratori. A livello nazionale il confronto proseguirà a settembre”.