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Sanità, rischio caos personale. Le cifre parlano chiaro: al 31 dicembre 2020, il comparto della sanità contava 18.994 unità di personale. Di questo, il 36,2%, tra 3-9 anni, sarà in età pensionabile. Una percentuale che giunge a quota 43,4% per i medici di emergenza e urgenza e al 43,5% per i medici di medicina generale. Il tutto, mentre il fabbisogno stimato per l’intero settore ammonta a 7.430 lavoratori e lavoratrici di cui 5.011 solo infermieri.
Un vero e proprio caos. “La situazione in cui versa la sanità marchigiana è allarmante, e questi numeri ci fanno stare tutt’altro che tranquilli – dichiara Loredana Longhin, segretaria regionale Cgil Marche -. Le cifre dicono chiaramente che il ruolo centrale e primario del servizio pubblico è a rischio. Infatti, tutte le azioni che si prospettano per rilanciare e riqualificare la sanità pubblica, a partire dagli interventi previsti dal Pnrr, non avranno nessuna possibilità di produrre effetti senza l’assunzione di un numero adeguato di figure professionali corrispondente ai fabbisogni che sono definiti”.
Per dare stabilità al sistema e tornare ad avere un servizio sanitario pubblico degno di questo nome, “dobbiamo dare certezze e serenità ai cittadini a partire da quelli che vivono nelle aeree interne, dove i servizi sono più carenti. Inoltre, se vogliamo rendere funzionanti e operative le case di comunità e gli ospedali di comunità è necessario implementare le assunzioni del personale, altrimenti sprecheremo l’ennesima occasione per realizzare pienamente l’assistenza territoriale che è centrale per dare risposte ai bisogni dei cittadini. I medici di medicina generale e i pediatri di libera professione sono i pilastri dell’assistenza territoriale; per questo, la loro attività va reimpostata rendendola meno burocratizzata e più integrata con gli altri servizi e le altre professionalità", prosegue la dirigente sindacale.
"Non possiamo dimenticare che quello che il Covid ci ha insegnato e cioè che l’integrazione sociale e sanitaria è fondamentale per rispondere ai bisogni complessi delle persone. Il momento per cambiare rotta è adesso; bisogna raccogliere questa sfida e la grande opportunità per rilanciare la sanità regionale a partire dal Pnrr, dalla transizione digitale, dall’approccio one health”, aggiunge la sindacalista.
Secondo Matteo Pintucci, segretario generale Fp Cgil Marche, “le assunzioni di dipendenti pubblici negli ultimi anni sono state costantemente minori delle cessazioni; il personale impiegato nella pubblica amministrazione, escludendo il comparto istruzione e ricerca, che nel 2026 avrà raggiunto i requisiti pensionistici nel 2026 supera le 300.000 unità, nel 2030 le 700.000. Questo dato, rapportato ai dipendenti pubblici della Regione, per i comparti Stato, autonomie locali e sanità indica che, nei prossimi tre anni, avremo una contrazione dovuta ai pensionamenti di oltre il 14% degli organici e cioè 6800 unità in meno. Per questo, occorre un piano pluriennale di assunzioni stabili, prorogare tutte le attuali graduatorie pubbliche, procedere alle stabilizzazioni degli oltre 87.000 precari della pa, di cui, stimando per difetto, oltre 1500 unità solo nella Regione”.