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Senza ammortizzatori sociali e senza prospettive. Almeno per ora. Così si presenta la situazione dei 49 dipendenti della Map di San Marco Argentano, paese dell'entroterra cosentino. L'azienda è considerata una vera e propria eccellenza industriale, sindacati e lavoratori stanno facendo di tutto per salvarla. I lavoratori sono attualmente in cassa integrazione straordinaria, che però si concluderà alla fine della settimana. E il futuro è ancora tutto da scrivere.
Dopo aver proclamato lo stato di agitazione, i lavoratori dell'azienda di stampati in metallo e la Fiom Cgil Calabria hanno indetto uno sciopero per martedì 23 maggio, a partire dalle ore 9, con presidio davanti ai cancelli. La mobilitazione ha ottenuto un primo risultato: la convocazione, fissata per martedì 30 maggio, di un incontro con l'amministratore delegato della società.
“Un buon punto di partenza", spiega soddisfatto il segretario generale Fiom Cgil Calabria Umberto Calabrone: "In ballo ci sono cinquanta tecnici specializzati e giovani che, con il loro lavoro, hanno contribuito a mantenere un reddito pro-capite nel territorio più alto della media. La Map finora non ha presentato alcun progetto industriale e non ha assunto alcun impegno preciso e vincolante, e ciò mette a rischio l'occupazione. Nel prossimo incontro con l'amministratore delegato chiederemo di ragionare nell’ottica di un proseguimento delle attività, nonché il riconoscimento al personale delle spettanze maturate nel frattempo”.
Ma non solo, “Crediamo serva un piano per il futuro, fondamentale per lo sviluppo industriale del territorio, che veda protagoniste le istituzioni. Questa fabbrica è stata in grado negli anni di attrarre commesse dalle case automobilistiche di tutta Europa, che hanno riconosciuto le capacità dell’azienda, insieme alle competenze dei lavoratori e alla certezza della qualità del lavoro”.
Alla protesta sindacale erano presenti anche la responsabile Cgil Roggiano Gravina (Cosenza) Maria Teresa Di Leonardo e le istituzioni locali, capitanate dal sindaco Virginia Mariotti. “Da diversi mesi - ricordano Fiom e istituzioni - abbiamo provato ad avere un confronto con la società sul futuro dello stabilimento. Fra pochi giorni terminerà la cassa integrazione straordinaria e, nonostante i forti ritardi e i ripetuti spostamenti degli incontri all’Ispettorato del lavoro richiesti dall’azienda, non abbiamo avuto risposte in merito alle nostre richieste, che vanno dai problemi contrattuali, con il mancato pagamento di alcuni elementi della retribuzione, al welfare”.
La Fiom Cgil Calabria così conclude: "Quello della Map è un atteggiamento irresponsabile, che mina la continuità produttiva e occupazionale del sito. Serve adesso aprire una nuova fase della vertenza, con il coinvolgimento delle istituzioni locali e regionali, per garantire l’occupazione, le professionalità e il reddito dei lavoratori, la vocazione del sito con produzioni ad alto valore aggiunto. Per tali ragioni siamo passati alle maniere forti con l'avvio della mobilitazione".