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Come si fa a verificare se un in un cantiere, in una fabbrica, in un'azienda agricola, o in un altro luogo di lavoro, un appalto è genuino e il contratto collettivo applicato ai lavoratori è quello giusto? Nel caso ci si trovasse davanti a casi di lavoro nero o sfruttamento, cosa si dovrebbe fare? E ancora: come aiutare e tutelare un lavoratore che denuncia, magari una persona fragile o un migrante?
Sono domande, dalle risposte spesso non sempre banali, che un sindacalista o una sindacalista si trovano a porsi molto spesso nella loro attività quotidiana. In special modo in un mercato del lavoro sempre meno controllato, in cui appalti irregolari, dumping contrattuale e sfruttamento prosperano.
Per aiutare chi ogni giorno si impegna a difendere i diritti dei lavoratori, arriva oggi il nuovo Manuale per le vertenze, edito da Futura editrice e frutto della collaborazione dell’Ufficio contrattazione inclusiva/appalti/contrasto al lavoro nero, dell’Ufficio legalità e dell’Area contrattazione e politiche del lavoro della Cgil nazionale.
Falsi appalti, sfruttamento e caporalato
Il sottotitolo è eloquente: “Come contrastare falsi appalti, sfruttamento e caporalato”. Si tratta di un'agile guida, pratica e concreta, da portare sempre con sé sui luoghi di lavoro. Il manuale è infatti strutturato in livelli e percorsi logici per agevolare la consultazione e per essere subito efficace contro una piaga, quella del lavoro irregolare, che coinvolge milioni di lavoratrici e lavoratori, italiani e migranti, in ogni settore dell’economia. Dai servizi alle imprese alla logistica, dalla trasformazione alimentare al turismo, dal commercio alla cantieristica e al sistema moda.
Orientarsi quindi non è facile. Sempre più aziende ricorrono infatti ad appalti, distacchi e forniture che celano dumping contrattuale, lavoro irregolare e, nei casi più gravi, sfruttamento. Alcune arrivano persino a impiegare direttamente lavoratori irregolari, spesso attraverso sistemi complessi come imprese serbatoio e finte cooperative. E questo fenomeno si manifesta in forme diverse, dall'uso di imprese serbatoio e falsi appalti a società e cooperative create e liquidate nel giro di pochi mesi, fino a distacchi internazionali illegittimi gestiti da centrali estere radicate in Europa. È poi sempre più evidente l’intreccio tra criminalità economica e mafiosa, con un’infiltrazione crescente in settori chiave.


Ecco perché il nuovo Manuale per le vertenze, con un approccio strettamente operativo, diventa un fondamentale strumento per il sindacato . Come scrive il segretario generale della Cgil Maurizio Landini nella prefazione: “Questa guida è destinata a compagne e compagni delle camere del lavoro e delle categorie per contrastare il dilagare del lavoro irregolare”, e “fornisce strumenti pratici per affrontare queste situazioni e gestire le vertenze in modo efficace - dai falsi appalti al caporalato - con un approccio sistematico che vada oltre la semplice denuncia”.
E ancora: “Dobbiamo affrontare il problema su più livelli: denuncia e contrasto normativo, utilizzando le leggi esistenti (come la l. 199/2016) per difendere i lavoratori”, ma anche “contrattazione di anticipo e inclusiva”, per “prevenire l’illegalità attraverso il dialogo con le imprese e le istituzioni”; e poi “tutela individuale e collettiva, garantendo supporto legale e sindacale, con un'attenzione particolare ai migranti”. Ma anche attraverso il “coordinamento e la condivisione”, che permettano di “rafforzare la collaborazione tra camere del lavoro, categorie e Cgil nazionale”.
Ricomporre ciò che è frantumato
“Il senso del manuale è chiaro, così come la sua 'interdisciplinarietà' – spiega Alessandro Genovesi, responsabile Cgil Contrattazione inclusiva, appalti e lotta al lavoro nero –: serve a fornire strumenti per provare a ricomporre, con l’azione contrattuale e vertenziale, quello che dumping, esternalizzazioni, appalti, lavoro nero e finanche criminale hanno frantumato e inquinato. Assumendone tutta la complessità: dalla tutela collettiva a quella individuale, dalla conoscenza delle norme a indicazioni pratiche su quali leve agire”.
“È un manuale per la contrattazione, oltre la denuncia - continua -, per accompagnare i lavoratori, intesi come soggetti da organizzare, a cui dare forza e voce e non come ‘meri oggetti’ di una pratica negoziale”. Ma è anche “un manuale su cosa occorre verificare in caso di appalto. Se è legittimo e, anche se legittimo, se applica il Cnnl corretto, con un ruolo attivo tanto dei delegati della categoria dell’impresa committente che dei lavoratori in appalto. Una pratica che non lede le titolarità negoziali ma che le rafforza, come abbiamo già deciso nel 2015 e in tutti gli appuntamenti successivi, conferenze di organizzazioni e congressi”.
“Un manuale - sottolinea Genovesi - anche e soprattutto su cosa fare di fronte ad appalti illeciti, fino ai casi più estremi (ma come vediamo diffusi in tutti i settori e in tutto il Paese) di vero e proprio sfruttamento, spesso con presenza di criminalità organizzata. Consapevoli che la complessità è dovuta anche al fatto che da almeno 20 anni un modello di impresa, un sistema si è creato e ha fatto scuola. Un modello che la Cgil ha sempre provato a ribaltare”.
Di fronte a molti problemi e ostacoli, però, secondo Genovesi “abbiamo anche qualche freccia al nostro arco”, come il nuovo comma 1 bis all’articolo 29 del D. Lgs. 276/03, che da qualche mese prevede che “al personale impiegato nell’appalto di opere o servizi e nel subappalto spetta un trattamento economico e normativo complessivamente non inferiore a quello previsto dal contratto collettivo nazionale e territoriale stipulato dalle associazioni sindacali dei lavoratori e dei datori di lavoro comparativamente più rappresentative sul piano nazionale, applicato nel settore e per la zona strettamente connessi con l’attività oggetto dell’appalto”.