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La traiettoria è quella giusta, anche se “potremo giudicare solo dopo aver visto i numeri della legge di bilancio” e vanno chiariti due punti: gli investimenti messi in campo per la crescita e i soldi messi in tasca ai lavoratori. È questa l'opinione sulla nota di aggiornamento al Def appena varata da Palazzo Chigi, che Vincenzo Colla, vicesegretario generale della Cgil, ha affidato a un'intervista rilasciata a La Repubblica.
I 2,7 miliardi di taglio al cuneo fiscale a partire dal 2020, per Colla, non basteranno: “Mi sarei aspettato più coraggio – dice Colla –. Dipendenti e pensionati hanno bisogno di recuperare il potere d'acquisto perduto. L'Irpef ormai è diventata una tassa dove la progressività è scomparsa, mentre il lavoratore autonomo continua a beneficiare della flat tax”, che Colla avrebbe tolto del tutto perché “è antidemocratica”.
I numeri “li daremo quando con Cisl e Uil saremo chiamati a discutere della legge di bilancio” e in quella occasione “vorremmo far chiarezza” su come il governo vuole utilizzare i fondi, che già ci sono, per la crescita: “Per esempio, vorrei sapere quali e quanti cantieri partiranno a gennaio”.
Colla non difende comunque la sterilizzazione dell'Iva sui beni di lusso: “Onestamente credo che chiedere di pagare un'imposta più alta a chi compra una Lamborghini non sia poi così grave”. Anche perché “in questi anni di crisi l'unico mercato in crescita è stato quello dei beni di lusso. Anche da lì si potrebbero recuperare risorse da destinare a un più consistente taglio del cuneo fiscale”.
L'impegno per un serio recupero dell'evasione fiscale, infine, “è condiviso”, anche in aspetti più curiosi come l'eventuale bonus Befana: “Ben venga tutto ciò che favorisce la tracciabilità dei pagamenti”.