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Nuovo sciopero di 8 ore domani, venerdì 23 luglio, proclamato dai sindacati Filctem e Filcams Cgil Modena e Femca Cisl Emilia Romagna dopo che la proprietà della Manifattura Riese (marchio Navigare) ha disertato il tavolo al Ministero dello sviluppo Economico (Mise) per trovare soluzioni alla vertenza in atto, a seguito della decisione di mettere in liquidazione l’azienda e licenziare tutti i lavoratori.
Lo sciopero prevede un corteo per le vie di Rio Saliceto (Reggio Emilia) con concentramento alle ore 9.30 in via Lodovico 6 sede storica della manifattura Riese. Da lì, partirà un corteo per via XXV Aprile fino alla piazza del mercato rionale di Rio Saliceto fino alle ore 12 con banchetto presso il mercato durante il quale saranno distribuiti volantini per informare la cittadinanza di quanto sta avvenendo. La scelta del luogo del presidio è determinata dal fatto che a Rio Saliceto è nata l’azienda e tutt’ora una parte importante della proprietà è legata alla cittadina in provincia di Reggio Emilia. Si allarga intanto la solidarietà di atri settori alle maestranze della Navigare già espressa nei precedenti presidi da parte di delegati di altre aziende. Domani la Goldoni, azienda metalmeccanica sita tra Carpi e Rio Saliceto ben nota alle cronache per le lotte che hanno portato alla salvezza di centinaia di posti di lavoro, effettuerà due ore di sciopero a sostegno della vertenza di lavoratrici e lavoratori della Manifattura Riese-Navigare.
Al tavolo del ministero dello Sviluppo economico per la vertenza della Manifattura Riese tenutosi da remoto il 19 luglio scorso erano presenti i rappresentanti sindacali della Filctem nazionale dell’Emilia-Romagna, di Modena e Carpi, la Filcams nazionale rappresentata dai delegati di Modena, la Femca Cisl nazionale e dell’Emilia Romagna. Presenti inoltre i rappresentanti di Confindustria Emilia-Romagna, del ministero dello Sviluppo Economico, i Sindaci dei territori interessati (Carpi e Rio Saliceto) e l’assessorato al lavoro della Regione Emilia-Romagna.
“Tutte le parti erano presenti al tavolo tranne l’azienda e i suoi rappresentanti. Questa assenza è un fatto gravissimo nei confronti delle istituzioni e dei lavoratori e delle loro famiglie. Abbiamo chiesto al Mise e alla Confindustria regionale – affermano i rappresentanti sindacali - di condannare pubblicamente l’atteggiamento dell’azienda Manifattura Riese che, come è noto, ha aperto la procedura di licenziamento collettivo per cessazione di attività mettendo in liquidazione l’azienda solo per fini speculativi, lucrando sulla vendita del marchio e sull’abbattimento dei costi, nonostante i bilanci dell’azienda siano in equilibrio. All’incontro abbiamo concordato con il Mise che la richiesta di ritiro della procedura di licenziamento collettivo venga verbalizzata. Facciamo, infatti, presente che sia a livello regionale che nazionale sussistono accordi per l’utilizzo di tutte le misure alternative ai licenziamenti (il Patto per il lavoro della regione Emilia-Romagna e l’avviso comune sottoscritto dal Governo con Cgil, Cisl, Uil). A questo, si aggiunge la proroga del blocco dei licenziamenti per i lavoratori della moda fino al 31 ottobre e il tavolo permanente di crisi del settore”.
Le organizzazioni sindacali chiedono alla proprietà di garantire la continuità produttiva salvaguardando tutti i posti di lavoro, anche in ragione del ruolo sociale dell’impresa come previsto dall’art.41 della Costituzione Italiana.