"È inaccettabile che Mittal abbia aperto le procedure per la cassa integrazione a Genova e Novi Ligure e che speri che l’emergenza Coronavirus smorzi le proteste. È una vera e propria vergogna: azienda e governo hanno trovato l’accordo, con l’unico interesse di uscire dalla causa e garantirsi il possibile divorzio consensuale, e le conseguenze vengono scaricate sui lavoratori. Fregandosene dei lavoratori, l’azienda cerca di fare cassa dopo aver risparmiato su tutto dalle manutenzioni, al gasolio, alle illuminazioni sulle banchine, e facendo zero investimenti". Così Bruno Manganaro, segretario generale Fiom Genova.
"Non c’entra niente la crisi di mercato: vogliono disimpegnarsi dalla siderurgia in Italia e quindi con gravissime ripercussioni anche su Genova e Novi Ligure. Sono mesi che mandano questi messaggi negli stabilimenti. Mittal tiene sottoutilizzata un'area di 1 milione e 50 mila metri quadri a Genova e non vuole garantire che a quelle aree siano legati i livelli occupazionali previsti dall’accordo di programma. Noi non ci stiamo e lotteremo, come abbiamo fatto in tutti questi anni per difendere il lavoro, il reddito e la fabbrica siderurgica", conclude il dirigente sindacale.