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Dal 27 luglio scorso e fino al 27 ottobre prossimo l'aeroporto di Milano Linate resterà chiuso per i lavori di rifacimento della pista e un restyling delle aree interne. Una parte del traffico è stato spostato quindi sullo scalo di Malpensa creando non pochi problemi nella gestione del traffico passeggeri e dei bagagli. “Questo ha ovviamente determinato un aumento esponenziale dei movimenti su Malpensa, con tutte le ricadute che si possono immaginare sull'attività di assistenza dei voli a terra per il personale di Airport handling che è l'azienda che sia a Linate che a Malpensa assiste la maggior parte del traffico”. A dirlo, ai microfoni di RadioArticolo1, è Stefano Croce della Filt Cgil di Milano.
Non si tratta certo di una situazione casuale o improvvisa. “Nelle discussioni con con la dirigenza, iniziate almeno 2 mesi prima della chiusura di Linate – continua Croce -, abbiamo messo in evidenza tutte le nostre preoccupazioni, che ora si stanno traducendo in fatti reali. Soprattutto per quanto riguarda i carichi di lavoro, sia in termini di attività vera e propria che in termini di sicurezza”. Ci sono poi problemi anche per quel che concerne “mezzi, attrezzature e organizzazione del lavoro”. “Abbiamo portato avanti la discussione fino all'ultimo giorno utile, il 26 luglio, abbiamo cercato una mediazione. Purtroppo, però, non siamo riusciti ad avere le risposte che ci aspettavamo. Ed è stato firmato un accordo separato con altre organizzazioni sindacali”.
La Filt non era assolutamente d’accordo: “L’accodo infatti prevede condizioni economiche per i lavoratori legate alle assenze che puntualmente faranno in questi tre mesi. Noi chiedevamo invece un premio rispetto alla presenza su Malpensa, data la situazione eccezionale”. Cgil, Cisl, e Ugl, insomma, chiedevano di firmare con la società Airport handling un’intesa per assicurare le migliori condizioni professionali in questi tre mesi ad alta frequenza, invece la società ha creduto più utile firmare con altri sindacati.
In queste settimane, tra l’altro, ci sono stati anche degli incidenti sul lavoro. “Una delle nostre richieste – racconta ancora il sindacalista – era la previsione di un’adeguata presenza di personale proprio per evitare situazioni che purtroppo abbiamo conosciuto già anche in passato. Non è un caso che nei primi due weekend di esodo, il presidio dello smistamento bagagli da parte dei dirigenti del gestore aeroportuale è stato costante e massiccio, per far fronte anche alle carenze della società di handling”.
Non è quindi un caso che domenica scorsa ci sia stato l’ennesimo momento critico: “Un operaio era in assistenza ad altri suoi colleghi per un Airbus 380 appena atterrato a Malpensa. E’ caduto dalla scala che normalmente si usa per aprire i portelloni”. E la Filt ritiene che “l'incidente non sia del tutto casuale, ma è figlio della necessità di rincorrere sempre perché non c'è un'organizzazione del lavoro chiara che possa permettere ai lavoratori di seguire un iter ben preciso. Questo episodio è figlio anche dell’aumento dei carichi di lavoro”.
Proprio per questo, il sindacato ha proclamato uno sciopero per il prossimo 6 settembre. “Perché siamo convinti che nell’accordo firmato da di Airport handling il 26 luglio manchi la necessaria attenzione alla qualità e alla sicurezza del lavoro. E i fatti ci stanno dando ragione.”