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“I vertici di Maccaferri Manifatture Italia hanno deciso di chiudere lo stabilimento di Bellizzi”. A dirlo sono la Fiom Cgil e la Fim Cisl di Salerno, dopo l’incontro avuto con l’azienda sabato 13 marzo. Mercoledì 17 marzo si terrà un'assemblea pubblica, in modalità telematica, cui sono invitate tutte le forze politiche e le istituzioni del territorio. “Un colpo di grazia alle aspettative che avevano animato questi mesi di difficoltà e di sacrifici delle maestranze”, spiegano i sindacati: “I 40 lavoratori avevano finora creduto di poter ritrovare un percorso di futuro e di lavoro nell’ambito delle operazioni di riassestamento del gruppo. Le strade tentate sono state innumerevoli, così come gli appelli alla politica e alle istituzioni. Qualche timido segnale è arrivato, ma non è stato sufficiente e creare una inversione di tendenza rispetto alle scelte che, nel mentre, stavano maturando”.
Fiom e Fim rilevano che l’azienda “ha preferito sciogliere ora le riserve, mettendoci dinanzi al baratro della perdita di altri posti di lavoro. Oltretutto in un settore, quello del dissesto idrogeologico, dove sono stati stanziati dal governo circa 11 miliardi di euro”. Maccaferi ha assicurato la disponibilità a ricorrere agli altri strumenti disponibili di sostegno al reddito, ma tutto questo non cambierà il fatto che un altro storico stabilimento rischierà di scomparire da un panorama industriale ormai quasi desertificato”. Le due categorie chiedono “l’attivazione di un tavolo nazionale al ministero dello Sviluppo economico” e si augura “il sostegno di tutte le forze politiche e delle istituzioni del territorio affinché lo stabilimento di Bellizzi non venga escluso dal rilancio del gruppo e da possibili ipotesi di riconversione e ricollocazione, come in alcuni territori abbiamo visto accadere”.