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Si riaccende la protesta dei lavoratori di Lottomatica. Allo sciopero di ieri (mercoledì 9 settembre) è seguito un presidio sotto la sede del ministero dello Sviluppo economico. Ad affollare un'assolata via Molise, a Roma, un folto gruppo di dipendenti supportati dalla Fiom Cgil. Sono passati due mesi dall'ultima giornata di sciopero (il 2 luglio scorso), ma il quadro prospettato dall'azienda non consente di abbassare la guardia.
Nonostante gli azionisti intascheranno degli utili anche quest’anno, la dirigenza ha presentato ai sindacati “una riorganizzazione che spacchetta e demansiona i lavoratori”, denuncia Adele De Cocco, delegata Fiom Cgil di Napoli. Secondo quanto riferiscono i sindacati, la holding avrebbe diviso i dipendenti sotto le altre società controllate (Lottomatica scommesse e Vlt), pianificando di chiudere tutte le sedi del territorio nazionale, a eccezione di quella romana che verrebbe comunque ridimensionata. Ma non è tranquilla neppure Daniela, impiegata presso la sede di Roma: “Ci hanno detto che sarebbe stata una semplice riorganizzazione per eventuali nuove gare del lotto, ma è diventata quasi una vendita”. Per questo lei e i suoi colleghi chiedono “maggiore chiarezza da parte della società”.
Secondo Fabrizio Potetti, coordinatore nazionale Lottomatica per la Fiom e segretario generale delle tute blu Cgil Roma e Lazio, “l’azienda non denuncia una crisi occupazionale, ma sta predisponendo tutti gli atti per produrla in futuro”. In effetti, la preannunciata chiusura delle sedi territoriali va letta nel quadro di altre mosse, come l’aumento della marginalità, l’incremento degli utili per gli azionisti e lo spostamento di interessi strategici dall’Italia all’estero. Un comportamento “scandaloso”, spiega Potetti raggiunto da Collettiva durante la manifestazione, soprattutto perché Lottomatica è “un’azienda che vive esclusivamente delle concessioni pubbliche, dei monopoli di Stato e con queste fa un livello di utili da fare invidia a qualsiasi multinazionale”.
Ecco perché i sindacati hanno chiesto l’intervento del ministero. Nell’incontro hanno avanzato tre richieste precise: mantenere un confronto istituzionale tanto serrato quanto il ritmo delle decisioni dell'azienda; tenere aperte tutte le sedi nazionali; tutelare le professionalità che i dipendenti hanno costruito negli anni. “Se il Paese sta facendo uno sforzo straordinario, bisogna che le attività che derivano da concessioni pubbliche ricadano sul benessere sociale ed economico del Paese e dei cittadini”, conclude l’esponente della Fiom. La sigla sindacale ha ottenuto anche l'appoggio del direttore dei Monopoli e a breve verrà stabilita la data della prossima convocazione.