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“Licenziati in tronco per aver difeso il sacrosanto diritto alla propria sicurezza e a svolgere un lavoro di qualità”. È questa la storia dei lavoratori della Locride Ambiente del cantiere di Rosarno (Reggio Calabria), secondo quanto riportano Filcams Cgil Calabria e Fp Cgil Piana di Gioia Tauro. “Lavoratori che nel febbraio scorso – spiega un comunicato – si sono rifiutati di effettuare il servizio di raccolta rifiuti urbani e spazzamento, fermandosi per circa dieci giorni e comunicando all’azienda che non avrebbero ripreso le attività lavorative se gli annosi problemi legati alla sicurezza sul lavoro non sarebbero stati risolti”.
Il licenziamento, spiegano i sindacati, arriva “a distanza di cinque mesi dai fatti, con modalità becere e discutibili dal punto di vista morale e professionale, oltre che nel rispetto delle elementari norme che regolano il lavoro ed i contratti”. I lavoratori “hanno ricevuto, senza alcun preavviso, una formale raccomandata datata 29 giugno 2020, continuando quindi a svolgere il servizio fino al 7 luglio scorso”.
Filcams Cgil Calabria e Fp Cgil Piana di Gioia Tauro evidenziano che “Locride Ambiente ha scorrettamente utilizzato una modalità di licenziamento individuale per operare un licenziamento collettivo che, com’è noto, in questo periodo non è applicabile”. I sindacati chiedono “l’immediata revoca dei licenziamenti e la conseguente reintegra delle maestranze sul cantiere di Rosarno. In assenza di risposte tempestive, non escludiamo azione di lotta forti, determinate e a oltranza”.