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Oscar e Paolo sono persone molto pratiche. “Dobbiamo verificare il rinnovo della 104”, dicono appena ci incontriamo. Si conoscono dal 1996, da quando entrambi lavorano per una grande azienda del commercio e terziario avanzato in provincia di Milano. “Oh, tra poco festeggiamo i trent’anni insieme”, scherzano. Paolo è delegato della Cgil, Oscar ha la tessera sindacale solo da qualche anno. “Perché poi l’ho fatta, eh”. Giù a ridere.
Oscar (è un nome di fantasia per mantenere l’anonimato, come Paolo) ha tentato di togliersi la vita, la prima volta nel 2018. Ha abusato di alcol e stupefacenti. Vive da solo, non vede più l’ex moglie e i figli. I colleghi lo hanno visto star male. Poi arriva l’autodenuncia, Oscar parla con l’azienda, ammette di essere in difficoltà. Chiede aiuto. È il 2022, è dicembre, il medico aziendale lo fa sospendere per 3 mesi giudicandolo inidoneo alle sue mansioni. L’azienda dichiara di non avere altro da affidargli.
Si attiva subito Paolo, da buon sindacalista e collega. Il caso vuole che ha appena seguito il corso per “delegati sociali” che da alcuni anni la Camera del Lavoro di Milano organizza per dare ai sindacalisti strumenti e conoscenze per individuare situazioni di fragilità sul posto di lavoro e saperle affrontare. Paolo chiede l’intervento dei servizi per le dipendenze, tratta con l’azienda che cerca tutti i modi per mandarlo via, offrendo al massimo qualche ora di terapia psicologica.
Solo che per la pensione è troppo presto, e poi Paolo non ci sta: “Ho sempre detto, piuttosto lavoriamo per il recupero, non lasciamolo a casa da solo e penalizzato economicamente, sarebbe allo sbando”. Oscar rientra sul posto di lavoro a marzo 2023, ma non funziona, la vita non va avanti come dovrebbe. Ritenta il suicidio. Viene ricoverato in ospedale dove “davano pastiglie e basta”.
Seguono settimane in comunità. Formalmente è in malattia, per 6 mesi. Paolo, nel frattempo, non smette di parlare con l’azienda e di mantenere i rapporti con la famiglia di Oscar: qualcuno è titubante sul lavoro che la Cgil sta facendo per lui. Ma Paolo sta “preparando il terreno” per il rientro di Oscar al lavoro.
Usa proprio queste parole, nel ricordare quei mesi, “preparare il terreno”, come se avesse accudito i semi di una pianta, bisognosi di nutrimento e riparo perché la crescita è sempre dolorosa, solitaria, piena di rischi. Arriva il giorno del rientro al lavoro di Oscar. Settembre 2023 e arriviamo alla 104, perché Paolo ha trattato con l’azienda e ha fatto richiesta di invalidità per il suo collega, riconosciuta annualmente al 100%. Oscar ha il diritto di beneficiare della legge 104, usa due ore al giorno, stacca alle 15.
Per Paolo era importante che ci fosse un inserimento graduale. “Per la persona in difficoltà devi esserci. Diventi il suo tutor. Devi aiutarlo con la burocrazia, tenerlo sotto controllo, parlare coi colleghi, col capo, col medico. È un lavoro di tessitura”. A distanza di un anno Oscar è ancora sotto osservazione, viene visitato dal medico aziendale una volta al mese circa. Ma è vivo, ci sono i colleghi, c’è il lavoro.
È seguito dal Centro Psicosociale (Cps) di Vimercate, da uno psichiatra bravo e stabile da cui si sente accolto. Ha una rete sociale attorno: la Cgil, i colleghi, persino l’azienda, e ha ristabilito il rapporto con la famiglia. “Tendeva a voler espellere il problema come fanno quasi tutte – sottolinea Paolo – poi per anni è stata messa di fronte alle sue responsabilità sociali. Sono capitati, tra i colleghi, altri casi di problematiche sociali, dipendenze e anche violenze domestiche. Oggi stiamo progettando di costituire un Comitato sociale composto da azienda, Rsu e Rls. Seguire il corso per delegati sociali è stato fondamentale”. Le fragilità non sono numeri, la loro incidenza è reale e altissima.
“Bisogna sempre considerare il lavoratore come persona, l’azienda come luogo di inclusione”, sottolinea Ivan Lembo, responsabile del dipartimento Politiche Sociali della Camera del Lavoro di Milano, curatore del corso per delegati sociali. L’edizione 2024/2025 è in partenza dal 24 settembre. Insieme a psicologi del lavoro, medici, avvocati, incontri con i servizi territoriali, si forniscono conoscenze e strumenti per individuare le situazioni di disagio, per indirizzare e accompagnare i lavoratori in difficoltà, verso la rete dei servizi territoriali e per gestire i casi in azienda, dal punto di vista sociale, contrattuale e culturale.
“Spesso le persone sono sole nel far fronte a situazioni di disagio molto complesse”, dice Luca Stanzione, segretario generale della Camera del Lavoro Metropolitana. “La Cgil resta al loro fianco, come si fa dagli albori del sindacalismo italiano, unendo la contrattazione alla tutela individuale, vicina ai singoli in tutti i problemi che possono riscontrare nell’arco della vita”.
Siamo alla fine della storia di Oscar? Secondo Paolo “siamo al punto zero, perché non si deve mai mollare, il rapporto di fiducia deve mantenersi, Oscar sa di poter chiedere sempre aiuto, vogliamo evitare ricadute. La relazione non deve mai venir meno”. “Credo, spero non succeda più”, dice Oscar e stavolta non ride. “Se dovesse succedere di nuovo so con chi parlare. Questo fa la differenza”. Adesso sorride.