L’Italia si ferma per chiedere sicurezza sul lavoro, per gridare “Basta morti”. Scioperi e presidi ovunque. Centinaia di migliaia di lavoratrici e lavoratori stanno rispondendo in queste ore all’appello di Cgil e Uil. Ovunque presidi, manifestazioni, volantinaggi. Edili e metalmeccanici sciopereranno le ultime due ore del turno, ma anche tra le altre categorie grande solidarietà e tantissime iniziative. A Firenze il corteo più atteso si fermerà proprio davanti ai cancelli del cantiere di via Mariti, teatro della strage nella quale hanno perso la vita 5 operai e altri tre sono rimasti feriti. Dal palco del capoluogo toscano parleranno i segretari generali di Cgil e Uil, Maurizio Landini e PierPaolo Bombardieri.

Fiom e Uim: “Adesione ampissima allo sciopero di due ore”

Ampissima adesione allo sciopero nazionale di 2 ore indetto da Fiom Cgil e Uilm Uil dopo la tragedia di Firenze che è costata la vita a cinque operai degli appalti. L'uscita anticipata di 2 ore per ogni turno di lavoro, i volantinaggi davanti ai cancelli delle fabbriche, la rabbia dei lavoratori sono un messaggio forte che Governo e imprese non possono che accogliere. In diverse città si sono svolti presidi e manifestazioni sotto le Prefetture per denunciare l'inaccettabile catena di morti sul lavoro, mediamente 3 al giorno, e rivendicare nuove leggi al Governo per garantire la salute e l'incolumità fisica delle lavoratrici e dei lavoratori in tutti i luoghi di lavoro”.

“Siamo in presenza di una situazione drammatica in tutto il mondo del lavoro causata da una rincorsa sfrenata ai profitti d'impresa, da modelli organizzativi fondati su appalti e subappalti, da una precarietà alimentata da leggi pensate contro i lavoratori e le lavoratrici”. 

“Anche oggi l'ennesima tragedia accaduta in provincia di Lecce all'interno della pista di Nardò Technical Center, il centro prove di proprietà Porsche gestito da Porsche Engineering, dove ha perso la vita Mattia Ottaviano, un giovane lavoratore degli appalti di 36 anni”.

“La riuscita dello sciopero e delle mobilitazioni di oggi confermano la determinazione dei lavoratori metalmeccanici a rimettere al centro delle rivendicazioni contrattuali e del dibattito pubblico i temi della salute e della sicurezza, priorità su cui incalzare il Governo e tutto il sistema delle imprese”.

La cronaca

Da tutti i territori arrivano a Collettiva video, foto, cronache di quello che sta succedendo. Il racconto piazza per piazza.

Firenze

A Firenze nel pomeriggio, nell’angusto spazio adiacente al cantiere dove i 5 operai hanno perso la vita schiacciati dal crollo di un pilastro, già dal primo pomeriggio si è radunata una folla di persone commosse e arrabbiate. Migliaia e migliaia hanno risposto all’appello dei sindacati e si sono messi in moto da ogni provincia toscana.

L’invito era quello di confluire nel capoluogo e quando i segretari generali di Cgil e Uil, Maurizio Landini e PierPaolo Bombardieri, hanno raggiunto il piazzale antistante il cantiere della strage le strade e i balconi erano piene di manifestanti.

Momenti di grande commozione si sono mischiati con i colori delle bandiere, gli striscioni che gridavano sempre lo stesso slogan, “Basta morti sul lavoro”.

Maurizio Landini ha detto che il tempo delle chiacchiere è finito, “ne abbiamo sentite fin troppe in questi anni”, mandando un messaggio chiaro al governo che ha convocato i sindacati per lunedì mattina.

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Cagliari

A Cagliari è iniziato alle 10 il presidio in piazza Palazzo.

Fausto Durante segretario generale Cgil Sardegna
Fausto Durante segretario generale Cgil Sardegna

“Siamo in piazza contro la strage nel mondo del lavoro – ha dichiarato Fausto Durante, segretario generale della Cgil Sardegna –, per affermare una cultura della sicurezza, per la necessità di ripristinare regole nei cantieri, negli appalti. È ora di dire basta a questa strage”.

Erika Collu, segretaria Fillea Cgil Sardegna
Erika Collu, segretaria Fillea Cgil Sardegna

Erika Collu, segretaria Fillea Cgil Sardegna.

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Roma

matteo oi
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"Per Luigi Coclite, per Mohamed El Ferhane, Bouzekri Rahimi, per Mohamed Toukabri, per Taoufik Haidar”. Inizia così il post di Facebook pubblicato sulla pafina della Cgil Roma Lazio per raccontare il presidio di Piazza Santi Apostoli.

“Siamo scesi in piazza per loro e per tutti quelli che hanno perso la vita sul lavoro. In tutte le province del Lazio. Per ricordarli, per dire basta morti sul lavoro e rompere l’assordante silenzio che c’è nel nostro paese quando si muore di lavoro”.

matteo oi
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(Il sindaco di Roma, Roberto Gualtieri, presente al presidio di Cgil e Uil)

“Senza risposte dal Governo, dalla Regione e tutte le istituzioni lo sciopero degli edili e dei metalmeccanici della Cgil e della Uil, che a Roma e nel Lazio ha avuto adesioni fino al 70%, sarà solo il primo passo della mobilitazione per rimettere al centro delle scelte politiche il diritto alla salute e alla sicurezza sul lavoro”.

matteo oi
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Lombardia

Altissima adesione, intorno all’80%, in Lombardia alle 2 ore di sciopero a fine turno per le categorie edili e metalmeccanici (Fiom, Fillea, Uilm e Feneal). Picchi del 100% in aziende come Gkn, Lobo, Hyster-Yale e Alfa.

Partecipazione alta anche a presidi e iniziative territoriali, che si sono tenute sotto le Prefetture delle città lombarde, con rivendicazioni anche in forma di flash mob, volantinaggi e assemblee.

Riportiamo qui le parole della segretaria generale Fillea (edili) Cgil Lombardia e del segretario generale Fiom (metalmeccanici) Cgil Lombardia.

Katiuscia Calabretta, Fillea Cgil Lombardia: “Oggi non scioperano solo gli edili, ma abbiamo ricevuto la solidarietà da tanti altri comparti della filiera delle costruzioni. Il problema è un problema molto sentito, ogni giorno in Italia muoiono 3 persone di lavoro! Non si può pensare che sia inevitabile, ci sono tante cose che si possono e si devono fare. Da anni chiediamo di istituire il reato di omicidio colposo sul lavoro e di garantire pene certe e in tempi accettabili per chi ha perso la vita e per i familiari che aspettano giustizia. Chiediamo l'attivazione della patente a punti che premi le aziende virtuose e penalizzi chi non mette la salute e la sicurezza al primo posto. Chiediamo che anche nei cantieri si timbri un badge per avere certezza di chi è presente e per sapere quante ore di lavoro ha fatto. I subappalti privati devono essere ridotti ad un unico livello come avviene negli appalti pubblici, garantendo uguali tutele normative ed economiche a tutti. Va garantita formazione di qualità e serve un'attenzione specifica per i lavoratori migranti che devono poter lavorare regolarmente e essere formati adeguatamente anche in lingua madre”.

(Un momento del flash mob di Monza)

Antonio Castagnoli, Fiom Cgil Lombardia: "Alta adesione allo sciopero di oggi, partecipato non sono dagli iscritti Cgil e Uil, ma anche da lavoratori e RSU di altre organizzazioni sindacali e da lavoratori non iscritti ad alcun sindacato. Questo sta ad indicare la forte preoccupazione tra i lavoratori e le lavoratrici rispetto ai temi della salute e sicurezza nei luoghi di lavoro. La precarietà dei contratti di lavoro, il lavoro nero, i sub-appalti al massimo ribasso sono tutti elementi che vanno a deteriorare le condizioni di lavoro e non garantiscono un adeguato investimento in formazione dei lavoratori e nel rispetto delle misure di sicurezza. Il Governo e le Istituzioni tutte si devono far carico urgentemente di questo grave problema e trovare soluzioni le idonee. Ci vogliono maggiori controlli nei luoghi di lavoro. Questa situazione è inaccettabile. Adesso basta”.

A Bergamo, oltre a sindacalisti e delegati delle categorie coinvolte dallo sciopero, all’iniziativa hanno partecipato anche lavoratori di altri comparti, compresa una rappresentanza – di particolare significato simbolico – di dipendenti di alcuni punti vendita Esselunga del territorio provinciale. Durante la protesta, una delegazione di sindacalisti ha incontrato il Prefetto di Bergamo, Giuseppe Forlenza, a cui è stato illustrato e consegnato un documento con una serie di richieste urgenti in materia di sicurezza sul lavoro.

“Il Prefetto – hanno riferito all’uscita dal lungo incontro i sindacalisti presenti – ha sottolineato la sua intenzione di mettere in atto tutti i possibili interventi affinché si arrivi ad ottenere un effetto concreto che inverta finalmente la tendenza degli infortuni anche nella nostra provincia”.

Bari

A Bari il presidio in piazza Prefettura è iniziato alle 11:30.

Presidio Cgil Bari
Presidio Cgil Bari

Nel video le voci di Domenico Ficco, segretario generale Cgil Bari; Ignazio Savino, segretario generale Fillea Cgil Puglia e Bari; Ciro D’Alessio, segretario generale Fiom Cgil Bari.

(Immagini e interviste a cura di Nica Ruggiero. Montaggio a cura di Ivana Marrone)

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Napoli

(La piazza di Napoli)

“Lo sciopero di oggi è una risposta immediata dopo la tragedia di Firenze, un segnale forte che andava lanciato. Quanto è successo venerdì scorso è la rappresentazione classica di un modello sbagliato che purtroppo funziona nel nostro Paese: contratti di lavoro e norme antinfortunistiche non rispettate, lavoro irregolare ma soprattutto una formula del subappalto a cascata con troppe aziende impegnate in uno stesso cantiere".

(La Piazza di Caserta)

In Campania ci saranno 22mila progetti finanziati dal Pnnr per circa 14 miliardi, il 60 per cento dei quali saranno destinati a infrastrutture. Non oso immaginare cosa possa succedere nella nostra realtà se continuasse a rimanere in piedi questi meccanismo perverso”. Lo ha detto il segretario generale Cgil Napoli e Campania, Nicola Ricci, a margine del presidio organizzato da Cgil e Uil con le categorie degli edili e dei metalmeccanici in occasione dello sciopero generale indetto dopo il crollo all'interno del cantiere Esselunga di Firenze che ha provocato tre morti.

(La piazza di Avellino)

Torino

(Il volantinaggio a Torino Porta Nuova)

“I cinque operai morti nel cantiere per la costruzione di un supermercato Esselunga a Firenze hanno nomi, famiglie, storie – scrive la Cgil di Torino sulla sua pagina Facebook –. Basta parlare di cordoglio. Ѐ il momento che il Governo, le imprese e le loro associazioni di rappresentanza si assumano le responsabilità: massimo ribasso, appalti a cascata, mancanza di controlli, precarietà del lavoro sono conseguenze di scelte, non una fatalità. Questa mattina, di fronte alla Stazione di Porta Nuova a Torino, insieme a Filt CGIL Piemonte e UILTrasporti abbiamo organizzato un'azione di volantinaggio, per informare la cittadinanza sulla strage quotidiana e sulle azioni necessarie per interromperla. Non si può morire sul lavoro”.

Valle d’Aosta

“In Valle d’Aosta – si legge su un post pubblicato sulla pagina Facebook della Cgil regionale – le categorie degli edili e dei metalmeccanici hanno organizzato un presidio davanti al tribunale ad Aosta per ribadire che la situazione sta diventando insopportabile. Lavoratrici e lavoratori non devono pagare con la loro vita. Il lavoro non è mai il compromesso tra il guadagno a tutti costi da parte di aziende e delle imprese e i diritti dei lavoratori. La vita non deve essere messa a repentaglio per nessun motivo, perché salute e sicurezza devono essere la priorità. Si deve partire dalle scuole per fare prevenzione sulla sicurezza nei luoghi di lavoro. Quindi chiediamo (e pretendiamo) leggi ad hoc. Si deve mettere la parola fine alle morti sul lavoro. Subito”.

Umbria

Adesione con punte di oltre l’80 per cento nelle grandi aziende e intorno al 60 per tutte le altre. Questo il risultato dello sciopero delle lavoratrici e lavoratori di edili e metalmeccanici indetto in tutta Italia, e anche in Umbria, nelle ultime due ore di ogni turno di lavoro in risposta all’ultima strage consumatasi a Firenze. La mobilitazione è stata proclamata da Cgil e Uil, nelle rispettive categorie di Fiom e Fillea Cgil e Feneal Uil e Uilm Uil.

Lo sciopero è stato accompagnato da due presidi particolarmente partecipati sotto le prefetture di Perugia e Terni. “È il momento di passare dalle parole ai fatti – hanno detto i sindacati e i lavoratori intervenuti – perché non è più possibile uscire di casa per andare al lavoro e non essere sicuri di poter tornare a casa. Servono interventi per l’assunzione di più personale per i controlli, meno appalti a cascata e meno precarietà”.

Una delegazione di lavoratori è stata ricevuta sia a Perugia che a Terni dalla Prefettura. A Perugia il dottor Armando Gradone si è detto disponibile ad un lavoro di squadra per intervenire su una piaga preoccupante. A Terni i sindacati sono stati ricevuti dal capo di gabinetto, dottor Luca Iervolino, che ha assicurato che la Prefettura si farà portatrice delle istanze dei lavoratori al Governo.

Sicilia

Dalla Sicilia un’unica voce: basta morti sul lavoro. Presidi e assemblee a Palermo, Catania, Messina, Ragusa, Trapani, Enna , Caltanissetta. 

(Un momento del corteo di Palermo)

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A Ragusa la richiesta di un tavolo inter istituzionale sui temi della sicurezza nei luoghi di lavoro è la richiesta fatta dalla Cgil e dalla Uil al termine dell’incontro avuto questa mattina in prefettura alla presenza del Prefetto, Giuseppe Ranieri. L’incontro è stato preceduto da una manifestazione, con sciopero di due ore dei metalmeccanici e degli edili delle due single sindacali, per ricordare la tragica vicenda di Firenze dove cinque lavoratori sono deceduti nel luogo di lavoro.

Ancona

Grande adesione, anche nella provincia di Ancona, allo sciopero di oggi, proclamato da Fiom, Fillea Cgil, Uilm e Feneal Uil, per dire basta alle stragi sul lavoro, come quella avvenuta qualche giorno fa nel cantiere di Firenze. Grande partecipazione anche ai due presidi organizzati questa mattina al porto di Ancona, davanti a Fincantieri e allo stabilimento del gruppo Ferretti. Non è casuale la scelta di promuovere le due mobilitazioni nell’area portuale dove si concentrano tante attività di cui molte in appalto e subappalto e dove, solo pochi anni fa, al cantiere navale Palumbo, un giovane lavoratore bengalese ha perso la vita a causa del cedimento di un’impalcatura.

Nella provincia di Ancona, i dati di infortuni e morti sul lavoro sono importanti: nel 2023 sono stati denunciati 5748 di cui la maggior parte proprio nel settore edile con 1424 e metalmeccanico con 1221. Nelle Marche, nel 2023, sono morte 28 persone per lavoro. Una situazione preoccupante alla quale occorre porre rimedio aumentando i controlli, la formazione, limitando il precariato e i subappalti dove la sicurezza non viene considerata.

Per questi motivi, è stato un segnale significativo il fatto che, in alcuni stabilimenti della provincia come Ariston e Fincantieri, le Rsu (rappresentanze sindacali unitarie) della Fim Cisl abbiano aderito allo sciopero, proclamato solo da Fiom, Fillea Cgil, Uilm e Feneal.

Abruzzo e Molise

In Abruzzo, al termine del sit-in a Teramo, il Prefetto ha incontrato i rappresentanti sindacali.

Potenza

Grande adesione allo sciopero nazionale sulla sicurezza indetto da Cgil e Uil tra i lavoratori dell’indotto Total nonostante la forza lavoro ridotta per la fermata indetta da Total per il piano di evacuazione e antincendio. La sicurezza sui luoghi di lavoro è un tema molto sentito specie al Centro Oli per i rischi connessi all’attività svolta, così come anche denunciato di recente dalla Filctem Cgil.

“Dall’assemblea – ha detto Emanuele De Nicola, segretario della Cgil di Potenza – è venuta fuori anche la richiesta della convocazione urgente del tavolo sulla trasparenza chiesto da Cgil e Uil e che l’assessore si era impegnato a riconvocare ma oggi, a un mese dalla richiesta sostenuta anche dai sindaci di Gorgoglione, Corleto Perticara e Guardia Perticara – ancora non ci sono risposte sui temi occupazionali in riferimento ai cambi di appalto e agli esuberi. Per questi motivi l’assemblea ha deciso che in caso di mancanza di risposte si avvierà una mobilitazione generale affinché Total rispetti il patto di sito e gli impegni assunti con sindacati e istituzioni perché non si può pensare di fare profitti senza il rispetto occupazionale del territorio lasciando a casa circa 30 lavoratori”.

Liguria

“Gli infortuni sul lavoro sono figli di massimo ribasso, appalti a cascata, mancanza di controlli, precarietà del lavoro, sono conseguenze di scelte e non sono una fatalità”. Oggi sciopero dei lavoratori metalmeccanici e edili e presidi su tutto il territorio ligure. A Genova, maglia nera sugli infortuni in Liguria, manifestazione davanti alla Prefettura. Alla manifestazione hanno partecipato lavoratrici e lavoratori di ogni settore, a testimonianza della gravità del problema in ogni luogo di lavoro. Il tragico epilogo di quanto accaduto a Firenze con la morte di cinque operai nel cantiere per la costruzione di un supermercato Esselunga, non è accettabile e impone un cambio di passo da parte di politica, istituzioni e imprese.

Nel nostro Paese si continua a morire di lavoro. I dati sugli infortuni, le morti e le malattie professionali parlano chiaro anche in Liguria. Sono state 19.248 le denunce di infortunio sul lavoro in Liguria tra il 1 gennaio e il 31 dicembre 2023. I dati Inail, elaborati dall’Ufficio Economico Cgil, indicano come la maggioranza degli infortuni è avvenuta a Genova che con 10.523 denunce rappresenta il 54,7% del totale delle denunce di infortunio della Liguria; segue Savona: 3.594 (18,7%); La Spezia con 2.820 denunce (14,7%); Imperia 2.311 (12,0%). Le vittime di infortunio sul lavoro sono prevalentemente lavoratori tra i 55 e i 59 anni, ma il maggior incremento rispetto all’anno precedente (+32 per cento), si è verificato tra gli over 75 anni. Gli infortuni mortali sono stati 22, di cui 6 a Genova, una media di 1 morto sul lavoro ogni 16 giorni. In forte aumento le malattie professionali che si attestano a 1.433 denunce, soprattutto per le donne (+52%) e in provincia della Spezia (+66).

Uil Liguria e Cgil Genova e Liguria chiedono alla politica di passare dalle parole alle azioni concrete a tutela della salute e della sicurezza in ogni luogo di lavoro. Per Uil e Cgil è perfettamente inutile parlare di cordoglio: è il momento che il Governo, le imprese e le loro associazioni di rappresentanza si assumano le loro responsabilità. Gli infortuni sul lavoro sono figli di massimo ribasso, appalti a cascata, mancanza di controlli, precarietà del lavoro e sono conseguenze di scelte, non sono una fatalità. Qualcuno ha deciso di fare cassa togliendo le risorse per gli ispettori del lavoro e la medicina per la prevenzione sul territorio, deregolamentando la catena degli appalti fino al punto che non si riesce a capire quali e quante ditte siano presenti in un cantiere. È inaccettabile costringere le persone migranti a lavorare in clandestinità. È stata ignorata la Piattaforma unitaria e si continua ad agire senza il confronto con chi, ogni giorno, è nei posti di lavoro. Con la patente a punti oggi, probabilmente, alcune aziende non avrebbero potuto avere gli appalti e con una congruità anche su tempi e modi di esecuzione ci sarebbe un limite allo sfruttamento del lavoro. Uil e Cgil vogliono che siano affidate tutte le agibilità necessarie per gli RLS, RLST, delegati di sito alla sicurezza, occorre il ripristino della parità di trattamento negli appalti e la responsabilità dell’impresa committente.

Uil Liguria e Cgil Genova e Liguria hanno chiesto a Sua Eccellenza, la signora Prefetto Cinzia Torraco, di sollecitare il Governo a trovare soluzioni concrete a partire dalla modifica della normativa sugli appalti che in queste tragedie dimostra tutta la sua inadeguatezza e pericolosità, l'applicazione corretta dei contratti che garantisce anche legalità e il ricorso alla formazione continua affinché i lavoratori abbiano tutti gli strumenti per tutelare la loro incolumità. “Questi sono i cambiamenti necessari, altrimenti i richiami alla cultura della sicurezza restano frasi vuote – chiudono Uil Liguria e Cgil Genova e Liguria - Vogliamo luoghi di lavoro sicuri senza il ricatto della perdita del lavoro e dei bassi salari. A partire dai cantieri”.

Il presidio a Genova

(Il presidio a Genova)

Le piazze della Liguria gridano a gran voce “Basta morti sul lavoro”.

Al via il presidio organizzato da Cgil e Uil davanti alla prefettura di Genova, in parallelo allo sciopero di due ore dei lavoratori metalmeccanici ed edili per denunciare il fenomeno degli incidenti e delle morti sul lavoro, dopo il tragico crollo avvenuto nel cantiere Esselunga a Firenze. Sono circa 300 le persone presenti in largo Eros Lanfranco. 'Basta morti sul lavoro' e 'Per non morire nei cantieri', gli slogan. Una delegazione sarà ricevuta in prefettura.

Il presidio a La Spezia

(La piazza di La Spezia)

Bologna

Sulla propria pagina Facebook la Cgil Bologna ha ringraziato “tutte le compagne e tutti i compagni, di tutte le categorie, che hanno partecipato alla manifestazione di oggi, 21febbraio, per dire purtroppo ancora una volta ciò che dovrebbe essere scontato e scontato non è. Vogliamo salute e sicurezza nei luoghi di lavoro! Basta sconti sulla pelle di chi lavora”.

Rimini

“Alle 8.52 ci siamo fermati per un minuto di silenzio e per ricordare le vittime del crollo del cantiere di Firenze”. Inizia così il post del sindaco di RiminiJamil Sadegholvaad, che oggi ha partecipato al presidio indetto da Cgil e Uil in città.

“Altri cinque morti e tre persone ferite che allungano un bollettino tragico e inaccettabile. Questa ennesima tragedia deve servire a qualcosa: a tenere alta l'attenzione sul rispetto delle condizioni di sicurezza dei cantieri, a monitorare la filiera degli appalti e subappalti, sulla regolarità dei contratti. È una responsabilità collettiva. Nel 2024 non si può morire di lavoro”.

Calabria

Conferenza Stampa stamattina di Fillea Cgil Calabria, Fiom Cgil Calabria, Feneal Uil e Uilm, a precedere lo sciopero di oggi (ultime 2 ore di turno) dei lavoratori edili e metalmeccanici per rivendicare maggiore sicurezza dei lavoratori e presentare le proprie piattaforme.

Venezia

In presidio per dire basta ai morti sul lavoro, basta subappalti sulla pelle delle lavoratrici e dei lavoratori.

Il 21 febbraio in via Palazzo, di fronte al municipio di Mestre, la Cgil Venezia e la Uil Venezia chiedono risposte, anche sul Territorio, a una situazione insostenibile che vede più di 12.000 infortuni nel solo 2023. "Siamo qui – si legge in un post del sindacato su facebook –perché cinque persone sono morte a Firenze. È grave che il Sindaco di Venezia non abbia nemmeno risposto alla richiesta delle organizzazioni sindacali di un confronto”.

“Siamo qui perché non si può risparmiare sempre e soltanto sulle lavoratrici e sui lavoratori, non si può dire che gli inquadramenti sbagliati, le finte partite iva e la frammentazione del lavoro, non incidono sul rischio che si corre sul posto di lavoro”.

“Avevamo chiesto al Sindaco di Venezia un confronto, subito, perché servono azioni concrete che garantiscano a chi lavora di non rischiare la pelle per mangiare”.

Presidi molto partecipati si sono svolti in tutte le città del Veneto.

(Un momento della manifestazione di Padova)

Trentino 

(Il presidio a Trento)

Alto Adige

(Il presidio a Bressanone)