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Accade anche questo nell'anno 2021. Accade che un lavoratore di un forno artigianale prenda del pane destinato al macero e per questo motivo venga licenziato. Meglio distrutto quel tozzo di pane - deve aver pensato l'azienda - che nella pancia di chi ha fame o solo bisogno.
A Roma quel panificio si è già distinto per le sue condotte ed è stato anche già condannato, negli ultimi anni, per aver discriminato, intimidito e cacciato chi dei dipendenti osava iscriversi al sindacato e, in particolare, alla Flai Cgil.
A denunciare il "furto" sarebbe stato l'ex amministratore dell'azienda - come scrive proprio la Flai in un post su facebook . Lo stesso dirigente che in altre occasioni non aveva esitato a insultare gli addetti extracomunitari definendosi fascista e a mostrare palese avversione per i sindacalisti con frasi tutt'altro che nobili: "Tu magnavi le cavallette e oggi stai qua", "con i comunisti non voglio avere niente a che fare, con la feccia non mi sporco".
La Flai contro di lui ha già vinto una causa, ora si prepara ad avviarne un'altra perchè il posto del sindacato è uno e uno soltanto: "Dalla parte dei lavoratori, contro questi atteggiamenti fascisti, contro le discriminazioni e lo sfruttamento".