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Una sentenza importante che fa giustizia: un lavoratore dell’azienda Ambrosiae Srl era stato licenziato dopo un messaggio su WhatsApp dove invitava i colleghi a iscriversi alla Cgil. La Corte d’Appello di Ancona ha ribaltato il giudizio del Tribunale di Ascoli Piceno, disponendo il reintegro. Lo annuncia la Flai Cgil di Ascoli, che ha seguito tutta la vicenda.
L’impresa, che produce snack e prodotti per la colazione, aveva licenziato in tronco l’iscritto alla Flai. Da parte sua l’uomo, nel messaggio ai colleghi, aveva annunciato la propria iscrizione alla sigla di categoria invitando tutti a fare lo stesso: seppure abbia rivolto all’azienda “una critica vivace e colorita”, recita la sentenza, la ragione è chiaramente dalla sua parte.
“La Corte ha accolto le ragioni del nostro iscritto – spiega il sindacato -, assistito dal legale Christian Lucidi, con il contributo dell’avvocato Valori Antonio. Il risultato – dunque – è che il licenziamento è stato valutato come discriminatorio ed è stato sentenziato il reintegro sul posto di lavoro e l’indennizzo per le mensilità arretrate”.
A ricostruire la storia è Daniele Lanni, segretario generale della Flai Cgil di Ascoli Piceno: “Riteniamo che semplicemente si sia affermato un principio sacrosanto: il diritto di critica verso l’azienda, soprattutto se nell’ambito dell’azione sindacale, non può essere utilizzato per licenziare”, spiega.
La sentenza è particolarmente importante “perché afferma un principio, che l’azione sindacale non può essere perseguita, e che i diritti sindacali non possono essere calpestati. Era stato colpito non era solo un lavoratore coraggioso che si era iscritto alla Cgil, ma la libertà di tutti i lavoratori di farlo senza finire licenziati o perseguiti. Per fortuna ora giustizia è fatta”.
La Cgil ha avuto la tenacia di non fermarsi alla sentenza di primo grado: “Abbiamo deciso di ricorrere in appello perché pensavamo che ci fossero gli estremi per affermare il principio”, dice Lanni.
Un ringraziamento particolare va poi al lavoratore coinvolto: “Ha dimostrato un coraggio unico: prima si è esposto per difendere i propri diritti e dei propri colleghi in azienda, e questo gli è costato il posto. Ma non si è arreso, nonostante tutto,ha portato avanti questa causa per avere giustizia. Come Flai vogliamo ringraziarlo per la dignità e il coraggio”.
Una vittoria non solo per il singolo lavoratore, dunque, ma per la dignità di tutti e la libertà di esercitare l’azione sindacale.