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Si può parlare di tutto fuorché di dignità del lavoro per le decine di lavoratori a tempo determinato che hanno perso il lavoro nel territorio di Matera e provincia. "Sono i primi effetti del decreto Di Maio, cosiddetto dignità - denuncia il Nidil Cgil di Matera - Se nelle intenzioni il limite ai rinnovi dei contratti precari avrebbe dovuto incentivare il ricorso al tempo indeterminato, la realtà è ben diversa: decine di dipendenti hanno di fatto perso il lavoro. Tra i quali quelli impiegati dalla Bawer Spa".
L’azienda situata a Matera nella zona Jesce (dove si sta vivendo il dramma di altre aziende), nel frattempo divenuta una delle più grandi imprese della provincia per numero di occupati, ha più di 100 lavoratori a tempo indeterminato, a cui si sommano i lavoratori a tempo determinato. Questi lavoratori hanno ricevuto a fine 2018 e inizio 2019 la comunicazione del mancato rinnovo del contratto a tempo determinato in scadenza al 31 dicembre. Tra questi, anche lavoratori ormai strutturati, al lavoro sulle grandi commesse dell’azienda da oltre 18 mesi.
"Lanciamo l’allarme come Nidil Cgil Matera sui numerosi contratti che non saranno più rinnovati. Molte aziende hanno deciso di non rinnovare i contratti in scadenza. In questo modo le imprese evitano aggravi contributivi. “Dal punto di vista dei lavoratori, soprattutto chi tra essi vanta maggiore anzianità e magari si aspettava la stabilizzazione, la situazione è stata drammatica: in tantissimi infatti hanno perso il lavoro”.
"Nella maggior parte dei casi - continua il Nidil - parliamo di lavoratori che hanno acquisito competenze nella propria attività e che dovranno ora reinventarsi, magari per l’ennesima volta. Un provvedimento come il decreto Di Maio, che nelle intenzioni vuol combattere la precarietà, ha nei fatti espulso dal ciclo produttivo decine di lavoratori materani e probabilmente incentiverà il turnover nelle aziende. La norma andrebbe migliorata - conclude il sindacato dei lavoratori precari - per esempio obbligando le aziende a mantenere il personale nello stabilimento, senza ricominciare da capo ogni volta. Una sorta di diritto di prelazione sulle assunzioni".