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Governo, sindacati e imprese hanno firmato, al termine di quasi sette ore di confronto, l'avviso comune che impegna le aziende a utilizzare gli ammortizzatori sociali prima di procedere ai licenziamenti. Il documento congiunto, composto da quattro punti, è stato firmato dal premier Mario Draghi, dal ministro del Lavoro Andrea Orlando, dai leader di Cgil, Cisl e Uil e da Confcooperative, Cna, Confapi e Confindustria.
Il blocco dei licenziamenti resterà ancora solo per l'industria tessile, della moda e il settore calzaturiero. Previste le 13 settimane di cassa integrazione gratuita per tutte le aziende che hanno tavoli di crisi aziendali aperti al ministero dello Sviluppo economico, nelle Regioni e nelle Prefetture: niente licenziamenti se non dopo aver consumato la nuova dotazione.
Nel testo dell'accordo si legge che "le parti sociali, alla luce della soluzione proposta dal governo sul superamento del blocco dei licenziamenti, s'impegnano a raccomandare l'utilizzo degli ammortizzatori sociali che la legislazione vigente e il decreto legge in approvazione prevedono in alternativa alla risoluzione dei rapporti di lavoro. Auspicano e s'impegnano, sulla base di principi condivisi, a una pronta e rapida conclusione della riforma degli ammortizzatori sociali, all'avvio delle politiche attive e dei processi di formazione permanente e continua".
L’accordo verrà affiancato anche dall’istituzione di un tavolo di monitoraggio a Palazzo Chigi sull’evoluzione della situazione occupazionale nel Paese e per verificare e affrontare ogni rischio di emergenze sociali. Secondo l’Adnkronos l’intesa è stata complicata dal fatto che Confindustria non intendeva introdurre alcun obbligo per le associate a utilizzare le settimane di cassa integrazione prima di interrompere il rapporto di lavoro. Viale dell’Astronomia caldeggiava una semplice “raccomandazione”. Un'impasse comunque superata con la formula dell'”impegno a raccomandare”.