“L’incontro è stato importante per definire il futuro dello stabilimento di Piombino, ormai sostanzialmente fermo per mancanza di forniture di semi-prodotto. Abbiamo apprezzato l’aggiornamento sul percorso di vendita i cui tempi traguardano oltre la scadenza dei prossimi ammortizzatori sociali, ma non può bastare”. A dirlo sono Pino Gesmundo (segretario nazionale Cgil) e Loris Scarpa (coordinatore nazionale siderurgia Fiom Cgil) riguardo il secondo incontro che si è tenuto lunedì 7 al ministero delle Imprese sulla situazione della Liberty Magona di Piombino (Livorno).

“Per quanto riguarda il futuro della vendita dello stabilimento – spiegano i dirigenti sindacali – abbiamo ribadito che è necessario trovare una nuova proprietà in grado di garantire l'occupazione e, al tempo stesso, rilanciare la produzione del sito, che non avrebbe problemi di ordini, ma in questi mesi è rimasto bloccato per i problemi di forniture”.

Cgil e Fiom ritengono necessario che “il governo garantisca le forniture di semi-prodotto per non perdere mercato e garantire continuità di lavorazione per i dipendenti e la stabilizzazione per i tanti lavoratori interinali ancora presenti”. Cgil e Fiom hanno anche ribadito la necessità che “il governo agisca sui fornitori storici, a partire da Acciaierie d’Italia (ex Ilva): a fronte di un contratto di 150 mila tonnellate a oggi ne è stato onorato solo un terzo”.