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I sindacati internazionali appoggiano la Cgil, ne condividono le battaglie e vanno avanti uniti, per rimettere il lavoro al centro non solo in Italia ma anche in Europa e nel mondo. È questo il messaggio forte che arriva oggi, 8 ottobre, dal palco di Piazza del Popolo a Roma. A sostenere l’impegno della Confederazione sono intervenuti esponenti importanti delle organizzazioni straniere.
Spera, Etf: battaglia dei lavoratori dei trasporti in tutta Europa
“Vi porto un messaggio di solidarietà dei cinque milioni di lavoratori dei trasporti che fanno parte di Etf”. Così ha esordito Livia Spera, segretaria generale dell'Etf (European Transport Workers’ Federation). Solidarietà, ha spiegato, perché l’attacco di un anno fa alla sede di Corso d’italia è stato vissuto “come un attacco a tutti i sindacati, che in Europa e nel mondo portano avanti valori antifascisti e si battono per la democrazia, la pace e la giustizia sociale”. Un anno dopo “la situazione in Europa è peggiorata. Il numero dei Paesi governati dall’estrema destra, da partiti che si richiamano a valori fascisti, antifemministi, razzisti è raddoppiato. Per questo è importante essere qui oggi. La resistenza all’estrema destra si può fare solo in modo unito, solidale e internazionale”.
Spera si è quindi soffermata sui lavoratori dei trasporti. In particolare “i notevoli passi avanti fatti dai sindacati dei trasporti in Italia per governare il lavoro in Amazon e nella filiera. Si tratta di una lunga battaglia – a suo avviso -, che certamente non si è conclusa. Ma i risultati storici che avete raggiunto in Italia, dopo anni di lotte, sono un’ispirazione per tutti quei sindacati che in Europa e nel mondo si stanno battendo per migliorare le condizioni del commercio elettronico e della logistica”. Gli scioperi europei negli ultimi mesi “non sono casuali, ma dettati dall’esasperazione di chi non riesce arrivare a fine mese, di condizioni di lavoro che peggiorano e carichi di lavoro sempre più pesanti con contratti sempre più precari”.
Triangle, IndustriAll: affrontare emergenza sociale, industriale e climatica
A intervenire è stato poi Luc Triangle, segretario generale di IndustriAll Europa, la federazione sindacale dell’industria: “Il brutale attacco di estremisti e fascisti ci ha ricordato quanto accaduto quasi cento anni fa – ha detto -. L’instaurazione della dittatura è stato uno dei momenti più bui della storia italiana. Dobbiamo lottare contro tutto questo, affinché non ci sia più fascismo né in Italia né altrove”. Quello che avviene oggi in Europa, però, “è che partiti e movimenti di estrema destra cercano di ottenere voti da cittadini e lavoratori colpiti dalle conseguenze della guerra sul lavoro e sui redditi”. Da parte sua, IndustriALL “condanna con parole forti l’invasione e aggressione russa in Ucraina. È una guerra contro un Paese indipendente, contro i nostri valori, contro civili e lavoratori innocenti. La Russia deve rispettare l’integrità e l’autonomia ucraina. Ma allo stesso tempo – ha aggiunto -, dobbiamo costringere l'Europa a lavorare attivamente per la pace. Una guerra non ha vincitori, la pace non ha vinti”.
Triangle ha quindi parlato delle grandi emergenze. “La prima è l’emergenza sociale”, dovuta all’aumento dei prezzi: “I nostri lavoratori hanno bisogno di aiuto, ora”. C’è poi l’emergenza industriale: “Le industrie nella Ue stanno combattendo in prima linea la crisi energetica. Alcune aziende di settori come il siderurgico, l'alluminio e le industrie chimiche sono state colpite duramente. Hanno ridotto o sospeso la produzione oppure sono state costrette a chiudere i siti. Se non si interviene subito l'Europa rischia la deindustrializzazione, con danni irreparabili per l’economia”. Infine il cambiamento climatico: “Una realtà che non possiamo ignorare. Continuiamo a credere che una giusta transizione verso la neutralità climatica nel 2050 debba essere il nostro obiettivo comune”.
Goudriaan, Epsu: difendiamo i nostri servizi pubblici
Il contributo della Federazione dei servizi pubblici europei (Epsu) lo ha portato Jan Willem Goudriaan, segretario generale. “Siamo in piazza per non dimenticare l’attacco alla Cgil dello scorso anno, a ribadire con forza che siamo antifascisti – queste le sue parole -. Noi sosteniamo che tutti hanno accesso ai servizi pubblici, all'acqua, all'elettricità, all'assistenza sanitaria e sociale, all'istruzione. Ecco perché la lotta contro i fascisti e l'estrema destra è esistenziale”. I servizi pubblici “sono la spina dorsale della democrazia e l’estrema destra è una minaccia diretta, che si schiera costantemente contro i lavoratori e le lavoratrici del servizio pubblico e ne vuole ridurre il loro numero. Meno ispettori fiscali, meno protezione dell'ambiente, meno ispettori del lavoro, meno servizi pubblici. Tutto a danno dei lavoratori, le famiglie e le comunità”.
Al contrario, nei servizi pubblici europei serve piano straordinario di assunzioni pubbliche e di stabilizzazioni. “Dobbiamo lottare contro i tagli e le privatizzazioni – ha proseguito -. In questo momento di crisi energetica, dobbiamo tassare gli extra-profitti per sostenere chi fa più fatica. I servizi pubblici devono essere sinonimo di luoghi di lavoro inclusivi e servizi inclusivi”.
Lynch, Ces: senza risposte dei governi cresce la mobilitazione
“I prezzi aumentano, i profitti delle imprese crescono. Ma i salari e le pensioni, già troppo bassi prima di questa crisi, non aumentano”. Così Esther Lynch, vice segretaria generale della Ces. “I lavoratori non riescono ad arrivare a fine mese. Le persone devono prendere decisioni sempre più difficili per scegliere se mettere il cibo in tavola o accendere il riscaldamento. Gli azionisti delle imprese energetiche si godono profitti da record”. È quindi necessario che i governi nazionali e le istituzioni europee agiscano con urgenza, soprattutto sul costo della vita. Il movimento sindacale europeo rilancia le richieste: “Vogliamo salari più alti, basta con la speculazione e vogliamo che gli extra-profitti siano tassati. Serve un tetto ai prezzi energetici e un sostegno immediato alle persone più vulnerabili. E misure europee permanenti a sostegno dei posti di lavoro e del reddito”.
Indispensabile è il coinvolgimento dei lavoratori e delle parti sociali. “I sindacati in tutta Europa si stanno mobilitando per presentare queste richieste, nella speranza che siano accolte. Lo stiamo facendo in modo solidale per chiedere un’azione che ponga fine alla crisi del costo della vita”. La Ces “aumenterà il livello della mobilitazione finché non ci saranno le azioni e le risposte necessarie dalle istituzioni e dai datori di lavoro. Ogni lavoratore, ogni famiglia, ogni giovane, ogni anziano merita una vita soddisfacente e sicura. Non cederemo per meno. Basta ingiustizia, basta speculazione. Se i governi non ci hanno ascoltato prima, lo facciano ora: devono aumentare i salari e tassare i profitti”, ha concluso.
Lisboa, Cut Brasile: combattiamo insieme contro il fascismo
Antonio Lisboa, segretario generale aggiunto della Cut Brasile, ha salutato le organizzazioni sindacali e della società civile presenti in piazza. “L'umanità è di nuovo a rischio – ha dichiarato -. Da un lato l’avanzare dello sfruttamento capitalista, dell'avidità neoliberista hanno portato il pianeta a una crisi economica, sociale, ambientale ed etica mai vista. Una crisi ulteriormente aggravata dalla pandemia che ha devastato il mondo, creando fame e miseria per milioni di esseri umani. Dall’altro lato - poi - stiamo assistendo all'avanzata dell'estrema destra nelle società. In Europa c’è una guerra folle e ingiustificata, che da otto mesi non accenna a finire. Il conflitto mette in pericolo la pace in tutta la regione, ma non solo. È urgente che i leader mondiali e gli organismi multilaterali adottino misure efficaci per porre fine a questa guerra”.
In Brasile, ha detto Lisboa, “ci troviamo in questo momento in quelle che abbiamo definito come le elezioni più importanti della nostra Storia. Il 30 ottobre ci rechiamo nuovamente alle urne e sono convinto che l'ex presidente Lula sarà eletto presidente. Il fascismo brasiliano è rappresentato da Jair Bolsonaro: noi continueremo a lottare finché non lo sconfiggeremo definitivamente”.