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Filctem Cgil, Femca Cisl, Uiltec Uil e Ugl chimici di Catania hanno inviato una lettera all’amministratore delegato di Pfizer Italia Päivi Kerkola per esprimere “enorme preoccupazione” per la procedura attivata dall’azienda per il licenziamento di 130 dipendenti dello stabilimento, dopo la mancata conferma di 80 lavoratori con contratto interinale.
“Non riponiamo più alcuna fiducia nel management locale di Wyeth Lederle”, scrivono i segretari provinciali Jerry Magno (Filctem), Giuseppe Coco (Femca), Alfio Avellino (Uiltec) e Carmelo Giuffrida (Ugl): “A maggior ragione dopo l’ultimo incontro avvenuto in Confindustria Catania, al termine del quale ci siamo rifiutati di firmare un verbale in cui l’azienda entrava nel merito della procedura che avevamo chiesto di revocare”.
I sindacati rimarcano di “aver sempre chiesto, sin dall’inizio di questa vicenda, di poter vedere un preciso piano industriale e un piano degli investimenti per il sito produttivo, rendendoci disponibili anche a venire incontro alle esigenze di riorganizzazione della produzione, attraverso un confronto basato sull’intero personale in forza, per individuare le migliori soluzioni necessarie ad alleggerire il carico (esodi incentivati, assunzioni in altro sito, prepensionamenti e altro)”.
Una disponibilità che, però, ha “trovato davanti un muro da parte dei rappresentanti locali dell’azienda, che si è materializzato anche di fronte al prefetto di Catania e agli interventi dell’assessore regionale del Lavoro (al tavolo di crisi del 18 febbraio), nonché del presidente della Regione siciliana e dell’arcivescovo di Catania (intervenuti allo sciopero dei lavoratori che ha registrato massima adesione)”.
Il timore delle parti sociali è che anche il tavolo di crisi che la Regione siciliana ha convocato per venerdì 18 marzo, “in assenza di un diverso atteggiamento da parte di Wyeth Lederle, possa non condurre a una risoluzione ragionevole della paradossale situazione”
Cgil, Cisl, Uil e Ugl giudicano “inconcepibile e incomprensibile come un’azienda tutt’altro che in crisi come Pfizer, in breve tempo lasci a casa 210 persone che tanto hanno dato all’azienda anche in periodo di emergenza Covid-19”. I sindacati territoriali così concludono: “Non possiamo nascondere neanche la paura più grande che è quella connessa alla mancanza dei riferimenti su quello che sono le prospettive legate allo stabilimento, anche se il management locale continua a ribadire che non c’è nessuna volontà di provvedere alla progressiva chiusura del sito”.