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Caronte attanaglia l'Italia, e anche il mondo del lavoro ne paga le conseguenze del grande caldo. La scorsa settimana, due lavoratori hanno perso la vita a causa delle altissime temperature. A Lodi, un operaio di 44 anni che stava lavorando in un cantiere per il rifacimento della segnaletica stradale, si è accasciato a terra. È morto così, stroncato dal caldo. Due giorni dopo un'ipertermia, ovvero un aumento della temperatura corporea, è stato fatale a un uomo di 61 anni di Firenze, mentre stava pulendo un magazzino con un collega per conto di un consorzio agricolo.
L’ondata di calore che sta interessando il nostro paese e tutta l’Europa aumenta pericolosamente i rischi sulla salute e sicurezza dei lavoratori e delle lavoratrici. Cgil, Cisl e Uil hanno scritto una lettera alla ministra dal lavoro Calderone, chiedendo "urgenti interventi specifici", e "una campagna informativa da divulgare con ogni mezzo di comunicazione". L'obiettivo dei sindacati è spingere il ministero, in raccordo con l'Inail, a dare indicazioni alle aziende affinché apportino "modifiche temporanee all’organizzazione del lavoro", oltre alla "distribuzione di Dpi specifici", e all’eventuale utilizzo della cassa integrazione per eventi climatici straordinari.
Landini: rimodulare tempi e orari
“L’ondata di calore che sta interessando il nostro paese aumenta pericolosamente i rischi sulla salute e sicurezza delle lavoratrici e dei lavoratori e, purtroppo, ha già provocato due morti in questi ultimi giorni. Tutto questo è inaccettabile. Lo afferma il segretario generale della Cgil, Maurizio Landini. “Abbiamo chiesto ai nostri delegati nei luoghi di lavoro - prosegue il leader della Cgil - di richiedere alle aziende incontri urgenti per negoziare le necessarie modifiche temporanee all’organizzazione del lavoro, rimodulando turni e orari, a partire da quelle situazioni che per mansioni e contesto sono più esposte alle temperature eccezionali di questi giorni, fino ad arrivare quando necessario all’astensione dalle attività”.
Doppio rischio
Tra i lavoratori più colpiti ci sono ovviamente quelli che operano in edilizia. Per questo, dopo un mese di volantinaggi e incontri con i lavoratori, ha preso il via la seconda parte della campagna “Caldo estremo doppio rischio” promossa dalla Fillea Cgil per sensibilizzare sui pericoli che si corrono in presenza delle ondate di calore. Con un video sui social (facebook instagram twitter), uno spot di 30 secondi sui più importanti circuiti radiofonici nazionali e un volantino in varie lingue (albanese, arabo, francese, inglese, italiano, rumeno), il sindacato degli edili della Cgil ricorda che il “caldo estremo causa gravi patologie e aumenta il rischio di infortuni, in particolare a chi fa un lavoro faticoso o all’aperto” e che “per prevenire il colpo di calore e le patologie a esso collegate è fondamentale saperne riconoscere i primi sintomi e prendere tempestivamente le dovute contromisure” spiega la campagna di comunicazione Fillea, i cui testi sono realizzati sulla base delle linee guida Inail - progetto Worklimate.
Cassa integrazione per calore
Proprio su sollecitazione dei sindacati, nel 2022 Inps, Inail e Istituto nazionale del lavoro definirono delle note. “Le imprese potranno chiedere all’Inps il riconoscimento della Cigo quando il termometro supera i 35° centigradi - si legge nella nota di Inps e Inail -. Ai fini dell’integrazione salariale, però, possono essere considerate idonee anche le temperature “percepite”. In una pubblicazione Inail dedicata a lavoratori, datori di lavoro e figure aziendali della salute e sicurezza, le linee guida per prevenire le patologie da stress termico. E ancora: “I fenomeni climatici estremi sono stati recentemente posti in relazione con un aumento del rischio di infortunio sul lavoro. Inps e Inail rendono note le istruzioni per la gestione del rischio caldo e per l’accesso alle prestazioni cassa integrazione ordinaria per sospensioni o riduzioni dell’attività lavorativa dovuta a temperature elevate”.
In Sicilia
Intanto in Sicilia, una delle regioni più colpite dal caldo, la Flai e Fillea hanno chiesto al governo regionale di vietare fino al 31 agosto il lavoro nei campi e nei cantieri edili dalle 12.30 alle 16, cioè nelle ore più torride della giornata. In una nota inviata al presidente della regione e agli assessori all'agricoltura e alle infrastrutture, Francesco Lucchesi (Cgil), Tonino Russo (Flai) e Giovanni Pistorio (Fillea) sottolineano quanto "la gravosità di questi lavori unita alle temperature proibitive di questa estate e all'impossibilità durante l'attività di stare al riparo, mettono in serio pericolo la salute, se non addirittura la vita dei braccianti e degli edili. Si tratta peraltro di settori ad alto tasso di sfruttamento- sottolineano- per i quali è opportuno introdurre il divieto". Il comitato per la salute e la sicurezza sul lavoro, riunitosi ieri, ha diffuso un vademecum contro i rischi da alte temperature. "Fatto importante - sostiene il sindacato - ma non sufficiente".
“Abbiamo chiesto all'assessore al lavoro e all'agricoltura un decreto per vietare il lavoro nellee ore più torride, sopratutto nei campi e nei cantieri dove c'è gente che lavora all'aperto. Ma, con le temperature altissime che ci sono oggi in Sicilia, se fuori fa caldo, nelle serre la situazione è davvero insostenibile. Negli ultimi anni, abbiamo dovuto assistere moltissimi lavoratori che hanno avuto malori, qualcuno è finito anche in ospedale. Sono lavori molto faticosi e in alcuni casi è impossibile andare avanti””, afferma Tonino Russo, segretario della Flai regionale siciliana. “Per ora non abbiamo avuto risposta dalla Regione, ma sembra che qualcosa si stia muovendo”, conclude.
Roma non AMA il caldo
Per quanto riguarda l'igiene ambientale, la Fp Cgil sta discutendo a livello locale la ricalibrazione dei turni degli operatori ecologici per evitare di farli lavorare nelle ore più calde. A Roma, una delle città più calde in questo periodo, Cgil, Csil, Fiadel e Uil hanno chiesto per i dipendenti Ama di eliminare il turno pomeridiano, quello compreso tra le 12 e le 16, e ridistribuirlo nelle fasce serali, notturne e mattutine. L'azienda ha accolto sulla carta la richiesta, ma ha specificato che non potrà essere applicata alla rimozione dei cumuli di sacchetti sui marciapiedi di questi giorni, operazione essenziale per tirare fuori la città dall'emergenza.
"Riteniamo che la salute delle lavoratrici e dei lavoratori sia un bene primario da tutelare" ha recentemente commentato il segretario della Fp Cgil Roma e Lazio, Giancarlo Cenciarelli. "Purtroppo in Ama non sempre questo è accaduto. Paradossali le esternazioni del presidente del Cda che si lamenta dei troppo lavoratori con problemi di inidoneità quando questi problemi sono molto spesso dovuti proprio alle condizioni di lavoro". Insomma, la richiesta è chiara: tutelare i lavoratori applicando misure che già l'Inail (Istituto nazionale assicurazione infortuni sul lavoro) prevede nel documento "Ambiente severi caldi-protezione e prevenzione". Nell'ultimo ordine di servizio dell'azienda però, si prevedono nel turno pomeridiano “i soli servizi essenziali", che però al momento comprendono anche la rimozione dei cumuli di rifiuti rimasti in queste settimane fuori dai secchioni. Da qui l'insoddisfazione dei sindacati. "In assenza di modifiche dell'articolazione del lavoro - fanno sapere - i lavoratori, a tutela della propria incolumità”, “se le operazioni da svolgere li dovessero esporre a rischio”, non opereranno e “resteranno in luoghi ombreggiati oppure in casi di situazione non sopportabile rientreranno presso la sede di zona per provvedere a idratazione e lavaggi con acqua fredda e corrente”.
Il rischio nelle fabbriche
“Alte temperature, associate a umidità elevate, sono sorgenti di rischio che possono provocare danni seri alla salute”. Inizia così la nota di più pagine che l’ufficio “Salute ambiente e sicurezza” (Sas) della Fiom Cgil nazionale ha inviato alle strutture regionali e territoriali, nonché a tutti gli Rls, per salvaguardare il benessere di lavoratrici e lavoratori.
La Fiom sottolinea la necessità che le aziende valutino, previo confronto con gli Rls, i rischi da calore nei Documenti di valutazione dei rischi (Dvr), tenendo conto di tutte le condizioni specifiche di lavoro (come ambienti, macchinari, orari). Ricorda poi gli obblighi in capo all’azienda di informare e formare a tali rischi “da agenti fisici” sia i lavoratori esposti sia i loro rappresentanti.
Le linee guida Fiom forniscono poi a strutture e delegati sindacali tutte le informazioni riguardanti il “microclima” (di cui si occupano gli articoli 181-186 del d.lgs. 81/2008), specificando i cinque livelli di rischio (da azzurro a rosso) con le rispettive azioni da realizzare per garantire il benessere psicofisico del lavoratore. La nota fornisce anche un indirizzo internet (dell’Arpa Piemonte) dove poter calcolare l’indice Humidex, che appunto determina il rischio derivante dalla combinazione tra umidità e temperatura.
La nota Fiom, in conclusione, evidenzia che se l’azienda non ha previsto interventi strutturali, in situazioni di rischi da calore è opportuno agire tempestivamente “dotando gli ambienti di lavoro di ventilatori, predisponendo sale ventilate e rinfrescate vicino alle postazioni lavorative, istituendo pause aggiuntive a quelle eventualmente già contrattate e garantendo la fornitura adeguata di acqua fresca a ciascun lavoratore”.
Stop a Rimini
A Rimini nei giorni scorsi i sindacati avevano lanciato l’allarme sui rischi legati alla salute e sicurezza dei lavoratori, dichiarando necessari e urgenti, interventi di rimodulazione degli orari. L’azione di Fillea Cgil, Filca Cisl e Feneal Uil locali si è maggiormente concentrata nei settori ritenuti particolarmente a rischio per la salute dei lavoratori, come ad esempio quello dove gli operai sono impegnati nella bitumatura delle strade e nel movimento terra, chiedendo pubblicamente anche la sospensione delle attività. In risposta, martedì mattina (18 luglio) è stato siglato un accordo sindacale con l’impresa edile Mattei di Villa Verucchio, che prevede una riduzione dell’orario di lavoro e la sospensione dell’attività nelle ore più critiche per l’elevata temperatura, con l’utilizzo della cassa integrazione. L’accordo prevede l’anticipo dell’indennità economica di cassa integrazione da parte della società e un confronto constante per i prossimi giorni con i sindacati, al fine di individuare ulteriore buone pratiche che consentano di lavorare senza rischi per la salute. "Le Organizzazioni sindacali auspicano che questi comportamenti virtuosi vengano replicati negli incontri in programma con altre imprese e che committenti pubblici e privati diano corrette indicazioni, sull’importanza di ridurre lo stress da calore indispensabili per evitare infortuni e morti sul lavoro".