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Stato di agitazione dei lavoratori Leonardo di Catania. A motivare la protesta, indetta da Fiom Cgil, Fim Cisl e Uilm Uil territoriali, la decisione dell’azienda aerospaziale di “non voler più investire nell’attività di progettazione e realizzazione di nuovi apparati nel comparto delle telecomunicazioni satellitari, ma di volerli acquistare sul mercato e di lasciare al sito etneo solo le attività legate al reparto di system satellitare”. I sindacati hanno anche chiesto un incontro urgente con la direzione per avere una visione chiara del piano di sviluppo di Leonardo.
L’azienda ha anche precisato che i lavoratori dei laboratori (Antenne, RF, Meccanica) saranno ricollocati in altre attività di ingegneria. “Una scelta che avrà come conseguenza l’inevitabile perdita di competenze attive da oltre 42 anni nel settore”, spiegano i sindacati: “I lavoratori si chiedono qual è il piano industriale a sostegno della ridefinizione delle attività del sito di Catania”.
Leonardo, infine, ha annunciato di aver dato mandato a Lgs di ricercare una nuova sede di Catania, le cui dimensioni non sarebbero però tali da occupare contemporaneamente tutti i lavoratori del sito. “Da qui l’idea di ricorrere a uno smart working strutturale, organizzato su rotazione del personale”, concludono Fiom, Fim e Uilm: “Che senso ha pensare a uno stabilimento più piccolo, dal momento che la Divisione Cyber è in forte espansione al punto d’avere, da più di un anno, 26 lavoratori off-load su un organico di 20 a tempo indeterminato? A tutti questi dubbi non possiamo rispondere che con lo stato di agitazione”.