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Lunedì 9 maggio sciopero di otto ore dei lavoratori dello stabilimento Leonardo di Pomezia (Roma). A motivare la protesta, indetta dalle Rsu di Fiom Cgil, Fim Cisl, Uilm Uil e Ugl, l’annunciata chiusura del sito pontino. Nella stessa giornata si tiene un presidio presso il ministero dello Sviluppo economico, con inizio alle ore 10 per protestare, cui è prevista la partecipazione di circa 150 lavoratrici e lavoratori.
“C’è un progetto di razionalizzazione e di riduzione dei costi drastico. Un’azienda che è in salute e che ha fatto un utile superiore del 14 per cento rispetto il preventivato”, spiega il segretario generale Fiom Cgil territoriale Angelo Zanecchia: “Il sito di Pomezia ha partecipato in questi anni a grandi successi industriali, ottenendo la nomina di centro di eccellenza dell’avio e della divisione elettronica”.
Zanecchia rileva che “ciò che l’azienda ha comunicato ai sindacati non prevede alcun piano industriale che possa in prospettiva produrre nuovi prodotti, bensì un piano che prevede investimenti altrove, ma non a Pomezia”. Per il segretario generale Fiom “la scelta di chiudere definitivamente il sito di Pomezia appartiene a una volontà politica di una classe manageriale che senza alcun motivo industriale decide il territorio dove dirottare gli investimenti, incurante dell’impatto sociale che crea”.
Zanecchia così conclude: “Il territorio sta attraversando un’epoca di forte crisi industriale. Si è deciso di fare di questo territorio un polo logistico, fatto di grandi magazzini automatizzati, dove la presenza dell’uomo sarà zero. Dobbiamo dire basta a queste scelte illogiche e soprattutto irreversibili”.