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Una proposta del tutto irricevibile e come tale da rispedire al destinatario. E quello che hanno fatto i sindacati delle costruzioni, interrompendo il tavolo per il rinnovo del ccnl del legno arredo, scaduto a fine 2022 e avviato a metà novembre scorso con la controparte datoriale Federlegno,
In seguito alla rottura negoziale, Fillea Cgil, Filca Cisl e Feneal Uil hanno proclamato uno sciopero nazionale di otto ore per l'intera giornata del 21 aprile prossimo. L'agitazione sarà accompagnata da manifestazioni territoriali nei principali distretti produttivi del settore, ovvero in Friuli Venezia Giulia, Veneto, Marche e Puglia, e anche in occasione del salone nazionale del mobile, che si tiene a Milano dal 18 al 22 aprile, di quello che è ritenuto uno dei più importanti comparti del made in Italy, che dà lavoro in totale, incluso l'indotto, a circa 300.000 addetti appartenenti a 70.000 piccole e medie imprese.
Nessuna disponibilità
Spiega Tatiana Fazi, segretaria nazionale Fillea, responsabile del settore: “Abbiamo interrotto il negoziato a causa delle enormi distanze in materia salariale tra noi e la controparte e l’indisponibilità di quest’ultima a riconfermare il modello contrattuale consolidato dal 2016, il cosiddetto Ipca non depurato dai beni energetici, che consente di recuperare ogni anno in maniera più efficace il potere di acquisto per i lavoratori".
"In pratica - prosegue la dirigente sindacale -, non ci vogliono dare la rivalutazione per il 2022, già maturata con il 1° gennaio di quest'anno, proprio in un momento in cui l'inflazione è risalita in doppia cifra, che si traduce in una grave penalizzazione economica per i lavoratori. Nella precedente tornata contrattuale, nel febbraio 2020, non ci furono problemi, perché l'inflazione era molto bassa e la verifica era in pratica a zero. Oggi, che costa di più, la vogliono cancellare".
La rottura
"Oltretutto, accettare la proposta 'capestro' della controparte - sottolineano le sigle di categoria -, vorrebbe dire ottenere 70 euro d'incremento salariale contro i 130 euro che chiediamo noi con la nostra piattaforma unitaria. Per non parlare di quello che avverrebbe in futuro, in termini di perdite di salario, se passasse la cancellazione del meccanismo di rivalutazione, peraltro introdotto in maniera bipartisan nel settore. Sappiamo che questo è anche l'orientamento di Confindustria e Assolombarda e che per noi non sarà facile respingere questo attacco".
Come già ricordato, la trattativa era iniziata a novembre. "Dopo il primo incontro interlocutorio di presentazione delle piattaforme - rileva ancora l'esponente Fillea -, nel secondo rendez vous a dicembre l'associazione dei datori di lavoro aveva iniziato a lamentarsi dicendo che non c'erano soldi per il rinnovo contrattuale. Nel terzo confronto della settimana scorsa, poi, è avvenuta l'inevitabile rottura. Speriamo ora che da qui al 21 aprile possa esserci un riavvicinamento fra le parti, anche se questo rinnovo presenta sempre problemi. Nella precedente tornata, ci vollero quindici mesi per chiudere la trattativa, e in quel caso la rottura era avvenuta sul mercato del lavoro".
Da lunedì, dunque, è stato di agitazione per tutto il settore, con il blocco immediato degli straordinari e della flessibilità e assemblee in tutti i luoghi di lavoro per spiegare le motivazioni della rottura della trattativa con Federlegno e preparare lo sciopero di aprile.