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Un uomo è morto sul lavoro questa mattina (4 maggio) in provincia di Lecce. La vittima è Oronzo Pisanò, 53 anni, di Salve. La vittima, titolare di una impresa edile, stava effettuando lavori di ristrutturazione in un appartamento a Salve. Per cause al vaglio dei Carabinieri e del personale dello Spesal intervenuti sul posto, il 53enne è caduto dall'impalcatura sulla quale stava lavorando precipitando al suolo da un altezza di 6 metri. A dare l'allarme è stato il proprietario dell'appartamento, tempestivi i soccorsi degli uomini del 118, ma per l'imprenditore non c'è stato nulla da fare. La salma è stata trasferita all'ospedale Vito Fazzi di Lecce a disposizione dell'autorità giudiziaria che ha aperto un fascicolo sul caso.
"Ancora una morte sul lavoro in provincia di Lecce. Lo scorso anno furono 24 le vite spezzate sul lavoro per colpa di incuria, stanchezza, spesso per assenza di adeguate misure di sicurezza. L’incidente mortale di oggi, in un cantiere di Salve (Lecce), è il secondo del 2022 nel Salento. Purtroppo nel giro di poco più di un mese, dopo la morte del ragazzo folgorato a San Donato, ci ritroviamo di fronte al dramma di un’altra vittima sul lavoro. Fatto grave che ci colpisce a prescindere da età, qualificazione contrattuale e provenienza geografica della vittima. Ai familiari di Oronzo Pisanò, 53enne titolare di una piccola impresa edile, giunga il più profondo cordoglio della Fillea Cgil Lecce". Così in una nota la segretaria generale del sindacato degli edili della Cgil provinciale, Simona Cancelli.
"Un evento tragico, quello odierno, che per ironia della sorte giunge pochi giorni dopo la giornata internazionale per la sicurezza sul lavoro (28 aprile), alla vigilia della sottoscrizione di un importante accordo in Prefettura (che vedrà tra l’altro l’istituzione di un Osservatorio provinciale sulla sicurezza) e all’indomani di un’altra intesa particolarmente significativa, quella raggiunta dai sindacati confederali e della categoria dell’edilizia con Arca Sud Salento per la legalità e la sicurezza.
Accordi, questi, che testimoniano l’impegno delle organizzazioni sindacali per l’innalzamento del livello di attenzione e di cultura sul tema della sicurezza sul lavoro. Una delle tante azioni, unitamente alle clausole del rinnovo del contratto nazionale e all’opera degli enti bilaterali, che il sindacato degli edili sta promuovendo in questi anni. Azioni che da sole non bastano, senza la consapevolezza che la cultura passa dalla qualificazione delle imprese e dal rispetto del contratto nazionale di lavoro (ad esempio con la previsione dell’obbligo delle 16 ore di formazione presso l’ente bilaterale per i neo assunti in edilizia; o la previsione della formazione gratuita per le imprese che applicano il Ccnl anche per i datori di lavoro).
I dati purtroppo ci indicano che la strada da percorrere è ancora molto lunga. Il numero di infortuni sul posto di lavoro, infatti, è sensibilmente cresciuto. Gli ultimi dati dell’Inail in tal senso sono allarmanti: nel primo trimestre dell’anno sono stati denunciati 1.325 infortuni in provincia di Lecce. Nello stesso periodo del 2021 se ne contavano “appena” 964. L’incremento è del 37,45%. Il sospetto che abbiamo avuto lo scorso anno, ossia che sulle spalle dei lavoratori si sarebbe scaricato il costo della ripresa post-Covid, soprattutto in termini di salute e sicurezza, sta diventando purtroppo realtà. E allora, affianco all’indifferibile azione su cultura e formazione, non si può più rinviare una capillare operazione in termini di controllo e responsabilizzazione di istituzioni e associazioni di categoria. Perché continua ad essere inaccettabile uscire da casa al mattino per lavorare e non fare più ritorno".