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Mentre il dibattito a livello nazionale sulla riduzione del lavoro festivo e domenicale avanza e il governo punta a una stretta sugli orari di apertura dei negozi, la catena di supermercati Carrefour, a Milano e nell'hinterland, va esattamente nella direzione opposta, pretendendo ancora più flessibilità dai suoi dipendenti e imponendo un aumento delle domeniche al lavoro. I sindacati parlano non a caso di “paradosso” e accusano l'azienda di “rompere gli accordi” che a livello territoriale hanno regolato per 12 anni gli orari, stabilendo anche i benefit per chi lavora nei festivi o di notte.
La risposta è arrivata ieri, 13 febbraio, con uno sciopero che ha visto una forte adesione. “Chiedono alle lavoratrici e ai lavoratori di lavorare fino alle ore 24 – spiega attraverso la sua pagina Facebook la Filcams milanese –. Chiedono di adempiere l'orario di lavoro di una giornata lavorativa di 13 ore. Chiedono di aumentare le frequenze domenicali e tutto questo senza investimenti sul personale. Questo significa non solo peggiorare le nostre condizioni di lavoro, ma aumentare i nostri carichi e peggiorare le condizioni del servizio che diamo alla nostra clientela”.
Finora i circa 1.400 dipendenti nel Milanese dovevano garantire un minimo di 12 domeniche al lavoro nel corso dell’anno, una alla settimana. Ora le domeniche diventano 26, oltre il doppio. E per di più, come ha spiegato Samuele Gatto, segretario della Filcams Cgil di Milano, i dipendenti devono anche “dare anche una disponibilità totale, affidando all’azienda la scelta dei turni”.
La richiesta dei sindacati è di aprire un tavolo di confronto, anche perché, fanno notare ancora dalla Filcams, se andrà in porto la nuova norma sugli orari dei negozi, la maggior parte di questi cambiamenti diventerà inutile.