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I lavoratori fragili saranno tutelati fino al 31 marzo: dopo quella data la norma non verrà confermata. Il sindacato non ci sta: “Non condividiamo la scelta del governo di non prorogare al 30 giugno 2022 tutte le disposizioni, in scadenza il 31 marzo, volte a tutelare i lavoratori e le lavoratrici del settore privato e del settore pubblico in condizione di fragilità”. È quanto si legge in una nota della Cgil nazionale e della Fp Cgil.
“Il decreto legge 24/2022 pubblicato in Gazzetta ufficiale, a quasi dieci giorni dall’approvazione in Consiglio dei ministri – spiegano confederazione e categoria – ha portato allo scoperto una brutta sorpresa per tutti i lavoratori e le lavoratrici in condizione di fragilità certificata o grave disabilità riconosciuta e per tutti i genitori con figli e figlie in tali condizioni: dal 1° aprile perderanno le tutele finalizzate a scongiurare il rischio di contagio da Covid-19, con lo svolgimento della propria attività lavorativa in modalità agile”.
“Riteniamo necessario che nei luoghi di lavoro non si abbassi la guardia sui pericoli dalla diffusione del virus Sars-Cov-2 – proseguono Cgil e Fp – sia continuando ad adottare i protocolli, sia mantenendo ogni cautela idonea a salvaguardare la salute e la sicurezza di tutta la popolazione, a cominciare da chi è più esposto ai rischi del contagio. Per tali ragioni – concludono – chiediamo al governo di rivedere questa scelta, nel frattempo chiederemo in tutte le amministrazioni la proroga degli accordi in essere adoperandoci per tutelare i soggetti interessati”.