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Siamo quasi alla vigilia delle elezioni politiche che si terranno, come noto, domenica 25 settembre. Quali sono le norme utili ai lavoratori per esercitare il diritto di voto e per coloro che, a vario titolo, sono impegnati nelle operazioni elettorali? La Flc Cgil ha redatto un vademecum che spiega diritti e prerogative da utilizzare in questa occasione.
I diritti dei lavoratori impegnati nelle operazioni elettorali come presidenti, segretari scrutatori e rappresentanti di liste
Ai lavoratori con contratto a tempo indeterminato e determinato, sia nel pubblico che nel privato, chiamato a svolgere funzioni presso i seggi elettorali per le elezioni del Parlamento (nazionale ed europeo), per le elezioni comunali, provinciali e regionali e in occasione delle consultazioni referendarie, ai sensi dell’art. 119 del T.U. n. 361/57, (modificato dalla legge n. 53/90, e dell’art. 1 della legge 29.1.1992, n. 69), è riconosciuto il diritto di assentarsi per tutto il periodo corrispondente alla durata delle operazioni di voto e di scrutinio. L’assenza è considerata attività lavorativa a tutti gli effetti. I componenti del seggio elettorale o rappresentanti di lista hanno diritto inoltre a recuperare le giornate non lavorative di impegno ai seggi con giorni di recupero da concordare con il datore di lavoro. I lavoratori interessati avranno diritto ad assentarsi dal lavoro, retribuiti, nei due giorni successivi alle operazioni elettorali (se il sabato è non lavorativo) o nel giorno successivo (se il sabato è lavorativo), salvo diverso accordo con il datore di lavoro. Nei casi in cui le operazioni di scrutinio si protraessero oltre la mezzanotte del lunedì, si dovrà considerare il martedì come giorno dedicato alle operazioni elettorali e pertanto le giornate di diritto al riposo dovrebbero essere il mercoledì ed eventualmente il giovedì. In caso di mancato godimento dei riposi compensativi non potrà essere negato ai lavoratori occupati nei seggi il pagamento delle quote di retribuzione dovute (legge n. 69/1992). Qualora poi l’amministrazione/il datore di lavoro si dovesse rifiutare di concedere l’immediata fruizione delle giornate di cui sopra per particolari esigenze di servizio, è opportuno non assentarsi, ma rivendicarne il godimento (ovvero il pagamento) successivamente.
Assenza dal lavoro dei dipendenti che si recano a votare in Comuni diversi da quelli dove lavorano
In generale non sono previsti permessi specifici per recarsi a votare. Solo il personale con rapporto a tempo indeterminato dei comparti pubblici può fruire dei permessi retribuiti previsti contrattualmente. Sempre per i dipendenti pubblici è previsto il permesso retribuito, ma solo se il lavoratore è stato trasferito di sede nell’approssimarsi delle elezioni e non ha ottenuto in tempo l’iscrizione nelle liste elettorali della nuova sede di servizio. In questo caso, gli è dovuto un giorno per le distanze da 350 a 700 chilometri e due giorni per le distanze oltre i 700 chilometri o per spostamenti da e per le isole.È invece possibile chiedere permessi non retribuiti o ferie per raggiungere il proprio Comune di residenza con i mezzi di trasporto ordinari (treno, aereo, nave).
Agevolazioni previste sulle spese di viaggio
Sono previste tariffe agevolate su treni, navi e aerei, per gli elettori residenti in Italia e all’estero che si recheranno a votare nel proprio comune di iscrizione elettorale. Sul sito del ministero degli Interni sono pubblicate le norme al momento in vigore, oltre a tutte le informazioni utili e le Faq.