A seguito dell'incidente mortale avvenuto presso il Terminal Psa Gp del Porto a Genova, Cgil e Uil Genova Liguria e Filt Cgil Uiltrasporti Genova e Liguria hanno incontrato il presidente della Regione Liguria, Marco Bucci, e gli assessori regionali
Massimo Nicolò, Paolo Ripamonti, Simona Ferro. I sindacati hanno chiesto alla Regione l'assunzione della responsabilità politica su salute e sicurezza e l'istituzione di un tavolo regionale che attraverso la regia istituzionale coinvolga tutti i soggetti interessati.

I sindacati hanno evidenziato la peculiarità del lavoro portuale sotto i suoi molteplici aspetti e hanno sottolineato come Genova sia stata la prima città a mettere in campo misure a tutela del lavoro nei porti attraverso un accordo che ha messo in campo gli Rls di sito, ruolo che va rafforzato perché si tratta di figure funzionali alla prevenzione.

"Il lavoro portuale è estremamente usurante dal punto di vista psicofisico – si legge in un comunicato – e riguarda non solo la sicurezza ma anche la salute. Su questo aspetto occorre favorire il ricambio generazionale, la ricollocazione dei lavoratori con un'età elevata è da considerarsi tra le priorità, un'intensificazione delle ispezioni anche da parte della Asl in sinergia con gli ispettori dell’Autorità portuale è necessaria.

E ancora, occorre formazione e sensibilizzazione per lavoratori e imprese per non abbassare la guardia rispetto a un lavoro che non fa sconti. A Genova esiste un modello di lavoro che va rafforzato e per poterlo realizzare pienamente c’è bisogno della partecipazione di tutti gli attori dello scalo".

Gli Stati generali del lavoro portuale avanzati nella giornata del 18 dicembre dal commissario del porto "possono essere utili solo se si lavora in sinergia tra enti e ispettori. Occorrono incontri costanti e una convocazione più frequente del Comitato di Igiene e sicurezza. Non occorrono solo tavoli per le grandi imprese – concludono i sindacati – ma un sistema che faccia emergere anche le difficoltà delle realtà piccole in ogni settore economico”.

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