“Restiamo sconvolti dalla notizia degli arresti domiciliari alla Latte Puccio e dell'accusa di bancarotta fraudolenta, con il trasferimento di fondi in Svizzera, alla luce del fatto che l'azienda aveva appena proceduto ai licenziamenti per crisi aziendale. Ne emerge una vicenda dai contorni inquietanti. Abbiamo sempre ritenuto sospetto l'improvviso crollo di commesse e di profitti di questa azienda storica e di punta nel panorama locale, anche se il fatto poteva rientrare nel contesto di crisi economica generale”. Così Dario Fazzese e Renato Aiello, rispettivamente segretario generale Flai Palermo e membro della segreteria.
L'azienda, che produce mozzarelle, il 30 novembre scorso ha aperto le procedure di licenziamento, mentre il 3 gennaio 12 lavoratori su 18 sono stati messi alla porta. La Flai ha scritto stamattina alla Prefettura, chiedendo un intervento per la costituzione di un tavolo. “Abbiamo l'esigenza di aprire subito un'interlocuzione con l'amministratore giudiziario per garantire sia i licenziati che i lavoratori rimasti, capire cosa sta accadendo e discutere del futuro dell'azienda. L'obiettivo è che la Latte Puccio sopravviva e riprenda a produrre. È assolutamente da evitare la chiusura di una delle poche realtà produttive rimaste nella zona. Fino a pochi anni fa questa azienda dava lavoro a 100 dipendenti, tra effettivi e stagionali”, aggiungono i due dirigenti sindacali.
I lavoratori, che a dicembre hanno organizzato dei sit-in di protesta davanti ai cancelli dello stabilimento, attendono ancora parecchie mensilità degli stipendi, e hanno ricevuto in queste settimane degli acconti e c'è chi aspetta ancora quattro mesi di arretrati. Nell'azienda sono in corso gli accertamenti della Guardia di finanza.