Puntata n. 12 - L'assalto alle istituzioni democratiche è un gioco pericoloso in cui perdono tutti. Due anni fa furono i trumpiani in USA, pochi giorni fa i bolsonaristi in Brasile. Preoccupa, ma non è una novità, si chiama fascismo

Assaltiamo la democrazia

Un gioco pericoloso nel quale rischiamo di perdere tutti. Due anni fa successe negli Stati Uniti, oggi succede in Brasile. A Washington il 6 gennaio del 2021 fu l’orda dei trumpiani, a Brasilia l’8 gennaio 2023 è stata la masnada dei bolsonaristi. Preoccupa, ma non è una novità, si chiama fascismo. A inquietare è la reazione un po’ troppo lenta e imbolsita di chi dovrebbe mantenere l’ordine pubblico. Colpisce che, al di là delle diverse dinamiche, per la seconda volta in poco tempo vediamo loschi figuri di estrema destra aggirarsi per le aule parlamentari e i luoghi istituzionali di due grandi paesi e devastarli indisturbati per ore prima che qualcuno li blocchi. “Polizia incompetente o in malafede", il durissimo commento di Lula, neo rieletto presidente brasiliano. Lo sfidante e perdente leader sovranista Bolsonaro, da Orlando in Florida, dove, guarda il caso, ha affittato una villa per un mese, nega ogni regia occulta o coinvolgimento nel tentato golpe. Sono 1200 alla fine le persone tratte in arresto, prelevate nell’accampamento improvvisato davanti al quartier generale dell’esercito nella capitale verdeoro. Al silenzio imbarazzato di chi, nel governo italiano, si era pronunciato a favore di Bolsonaro durante la campagna elettorale, è seguito un silenzio imbarazzato (Salvini) o il solito commento stereotipato “immagini inaccettabili” (Meloni). Nel mondo l’estrema destra e il becero nazionalismo avanzano, in tanti modi, non tutti leciti, un po’ ovunque. Sarebbe bene ricordarsi che “la Storia siamo noi” e nessuno deve sentirsene escluso.

Lavoro povero

In Italia le retribuzioni sono in caduta libera. Al macro-dato dell’Ocse su un calo dei nostri stipendi negli ultimi trent’anni, fa eco un’indagine più circostanziata che svela che, tra il 2007 e il 2020, il netto nelle nostre buste paga è crollato del 10% mentre il cuneo fiscale (la differenza tra il costo sostenuto dal datore di lavoro e la retribuzione netta del lavoratore), pur essendo sceso, resta ancora superiore al 45% nel 2020. A dirlo è il report «Reddito e condizioni di vita» dell’Istat, che misura il carico fiscale e contributivo sulle buste paga.

Fermare la strage

Nel 2022 sono stati più di mille i morti sul lavoro. Sindacati e ministra Calderone si sono seduti a un tavolo, l’ennesimo tavolo convocato dalla politica. Per adesso latitano svolte epocali e continuiamo a contare i morti. Il sassolino del direttore di Collettiva, Stefano Milani.

Il lavoro orizzontale. Caduto, travolto, investito, deceduto. Verbi d’un participio passato senza più presente né futuro. Tragedie spesso anonime. Prive di volto e anche di nome. Semplici iniziali di un alfabeto dimenticato. Cosa pensava Renato nell’attimo esatto in cui precipitava dal ponteggio? Che futuro aspettava Luana, stritolata a 22 anni da un orditoio. E quali progetti aveva in testa Luca prima di essere travolto da una lastra di marmo? L’anno alle spalle è stato tra i più funesti di sempre. Tre caduti ogni giorno. Una guerra silenziosa che non guarda in faccia nessuno: operai, edili, agricoltori, perfino studenti. Una macabra democrazia tutta italiana. E c’è ancora chi ha il coraggio di chiamarle tragedie, disgrazie, fatalità. Come se si dovesse mettere in conto di uscire di casa la mattina e non fare ritorno. Nell’era del lavoro in un clic si continua a morire in un amen.

Cgil a congresso

Continua il complesso percorso democratico del sindacato rosso. Il punto di arrivo sarà l’appuntamento nazionale a Rimini dal 15 al 18 marzo. Le tappe del viaggio sono tantissime, in tutta Italia. Dopo aver riunito migliaia di lavoratrici e lavoratori sui luoghi di lavoro, proprio in queste ore il confronto tra dirigenti, iscritti, iscritte, cittadini e cittadine si sposta all’interno delle Camere del Lavoro. Milano, Bologna, Reggio Emilia, Torino, Venezia, Bari e Messina, solo per citarne una piccola parte. In tantissime occasioni sarà proprio il segretario generale del Quadrato rosso, Maurizio Landini, a prendere parte alla discussione. In tutte a vincere resta la democrazia.

ASCOLTA TUTTE LE PUNTATE DI REWIND