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Fisac, First, Uilca, Fna e Snfia hanno raggiunto l’accordo con Intesa Sanpaolo per i dipendenti delle compagnie assicurative del gruppo che prevede la riduzione delle ore lavorative a parità di retribuzione e la possibilità di effettuare lo smart working fino a 120 giorni l’anno, senza limiti mensili, e con il riconoscimento di un buono pasto di 3,80. Un accordo in linea con le intenzioni espresse dal segretario generale della Cgil, Maurizio Landini, circa la proposta della settimana corta che sarà lanciata al prossimo Congresso di marzo.
Giacomo Sturniolo, segretario nazionale della Fisac Cgil, esprime la soddisfazione del sindacato per avere lavorato “ad aprire una importante pista anche per le altre categorie, intervenendo in materia di flessibilità positiva sulla riduzione di orario senza compensazione alcuna, su base volontaria e compatibilmente con le esigenze di servizio”. Viene poi sottolineato che “l’azienda si è mostrata interessata a questa modalità e quindi ci sono buone probabilità che si diffonda il modello 4x9, con 36 ore di lavoro anziché 37 e mezzo, con una giornata in più a disposizione del lavoratore” per conciliare lavoro e vita privata.
Modelli ad hoc
Alla domanda se 9 ore di lavoro consecutive siano eccessive, il segretario risponde che molto dipende dalla tipologia di lavoro e che, nel caso degli assicurativi, sebbene non sia compresa la pausa pranzo, l’organizzazione della giornata non costringe il dipendente davanti al terminale per l’intero tempo e quindi consente dei piccoli break. “Si tratta di un accordo su base volontaria e che non comporterà un peggioramento della qualità lavorativa”, assicura Sturniolo, esprimendo la volontà del sindacato “di provare a passare il modello alla categoria cugina, quella dei bancari, dove c’è qualche sperimentazione, ma nessun accordo”.
Prima di siglare l’accordo i sindacati hanno interpellato i lavoratori: “Durante le assemblee c’è stata una forte richiesta – prosegue -, ma non è detto che tutti vogliano aderire alla settimana corta. L’importante è che però ci sia la possibilità, poi ci lavoreremo, avremo ritorni e potremo svilupparla anche in altri modi”.
Lavoro molto agile
Circa il lavoro a distanza il punto qualificante non consiste solamente nei 120 giorni l’anno, ma anche nella possibilità di alternare periodi di maggiore e minore presenza, compensando così le esigenze di lavoratrici e lavoratori. “È importante stabilire un equilibrio casa-lavoro e, nel contempo, è anche sbagliato trasformare lo smart working in telelavoro mascherato, perché sono due cose diverse. Il lavoro agile – conclude Sturniolo - deve rimanere collegato al posto di lavoro per questioni di socialità e di conservazione del posto, evitando il rischio che quest’ultimo sparisca. Anche per questo siamo soddisfatti”.