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Non usa messi termini Maurizio Landini: “È una legge di bilancio sbagliata che non risolve i problemi e peggiora una situazione già complessa per questo la mobilitazione non si ferma”. Anzi rilancia: “Non escludiamo nulla per favorire il rinnovo dei contratti nazionale, migliorare i salari, fermare i tagli alla sanità e ai servizi pubblici, favorire gli investimenti e lo sviluppo di una vera politica industriale per realizzare un vero piano per l'occupazione stabile”.
PRIORITà AI SALARI
Intervistato da La Stampa, il segretario generale della Cgil mette in fila le priorità: “La prima esigenza è aumentare strutturalmente i salari, il che vuol dire rinnovare i contratti nazionali di lavoro nel pubblico e nel privato. La riuscita dello sciopero dei lavoratori del commercio, del turismo e dei servizi, i cui contratti sono scaduti da quattro anni, solleva il legame fra bassi salari e caduta del potere d'acquisto. Allo stesso tempo occorre una vera riforma fiscale, la legge delega che il governo si è fatto votare non va bene: non combatte l'evasione, non allarga la base imponibile, non colpisce le rendite finanziarie e immobiliari. In compenso, non riduce il peso impositivo su pensioni e salari”.
BASTA CON LA POLITICA DEI TAGLI
Per Landini “le risorse vanno prese dove sono, sui profitti e gli extraprofitti, e destinate dove sono prioritarie, la sanità e l'istruzione, gli investimenti sulla transizione energetica e ambientale. Sono i settori centrali dove, invece, si sta tagliando”. I numeri dicono che “sono riusciti a peggiorare drasticamente persino la riforma Fornero. Le nuove generazioni sono più precarie e non avranno più un sistema pensionistico. Non si può continuare a offrire a giovani e donne una instabilità permanente fondata sulla deregolamentazione degli appalti, i voucher e la liberalizzazione dei contratti a termine”
I CONTRATTI VANNO RINNOVATI
La Cgil chiede il ritiro della legge delega che il governo si è fatto votare sulla contrattazione. “Non si devono introdurre le gabbie salariali, né mettere in discussione il ruolo dei contratti nazionali. Invece va riconosciuta la rappresentatività dei sindacati”. In che modo? “Così come i cittadini hanno diritto di votare per eleggere il Parlamento, così i lavoratori devono avere la possibilità di decidere chi li rappresenta sulle piattaforme e sugli accordi che li riguardano. Vuol dire legge sulla rappresentanza e sul valore generale dei contratti, definendo così anche il salario minimo”.
STABILITà, UN PATTO AL RIBASSO
“Con tutto il sindacato Ue, a Bruxelles, - sottolinea Landini - abbiamo chiesto di superare la logica dell'austerità. Niente. È un brutto accordo. A Gentiloni abbiamo detto che l'Europa deve continuare, per darsi un futuro, sulla linea che ha portato il Pnrr e il Sure. Deve realizzare una politica seria di investimenti per gestire le transazioni energetica e digitale. Il nuovo Patto non consente investimenti su scuola, sanità e politiche, e comporta altri tagli allo stato sociale. Tutto questo mette l'Europa fuori gioco”.
MIGRANTI, UN ACCORDO PERICOLOSO
Il numero uno di Corso Italia critica anche l’accordo europeo sulla gestione dei flussi migratori. “È assurdo. Risponde alle guerre e alle migrazioni alzando i muri. Speriamo che il parlamento lo bocci. L'Europa dovrebbe creare canali umanitari per chi fugge dalle guerre. L'Italia dimentica di essere un Paese con calo demografico senza precedenti e 120 mila giovani che se ne vanno ogni anno. Le migrazioni andrebbero affrontate in modo serio perché non sono una emergenza passeggera ma un fatto strutturale. Se il Paese invecchia, calano le nascite, i giovani se ne vanno, come si può pensare di avere un futuro?”.
UN 2024 COMPLICATO
Alla domanda su come vede il 2024, il segretario generale della Cgil non regala ottimismo. “Lo vedo difficile. Vedo un'emergenza salariale grandissima con la gente che non ce la fa. Vedo segnali allarmanti con richieste di cassa anche sul manifatturiero, perché continua a mancare una politica industriale degna di questo nome. Vedo, in assenza di cambiamenti, una situazione pericolosa per chi lavora. Per questo la manovra non è accettabile, come non lo sono le deleghe sulla contrattazione e sul fisco, e l'idea che il governo pensi di mettere in discussione il diritto di sciopero ed i contratti nazionali”.
L’ESEMPIO DI PAPA FRANCESCO
Come buoni auspici per il nuovo anno, Landini si augura che “le persone abbiano la certezza di un salario dignitoso, un lavoro di qualità e il rispetto dei diritti civili e sociali. Solo così si può ricostruire la fiducia ed un rapporto con la politica e le istituzioni”. È Giorgia Meloni la persona dell'anno 2023? “No, è Papa Francesco. Continua a essere l'unico che crede che un futuro ci possa essere solo se si cancella la guerra e l'unica battaglia è quella perla pace”