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Il tema di questo Primo Maggio unitario è l’Europa. “La voglia di costruire un’Europa sociale, non solo di mercato. – dice Landini in un’intervista a Repubblica - Significa mettere in discussione le politiche di austerità e la logica dei tagli allo stato sociale. Significa affrontare la transizione ambientale e digitale con un piano straordinario di investimenti per creare lavoro, diritti e pace. Abbiamo bisogno di un cessate il fuoco e di fermare la corsa folle al riarmo”.
Gli spot del governo
Ma è sulla situazione italiana che il segretario generale della Cgil concentra il suo ragionamento. “Siamo agli ennesimi interventi spot, già decisi da tempo e illustrati ai sindacati a poche ore dal Consiglio dei ministri”. E spiega le sue ragioni: “Nessuna misura strutturale per contrastare la precarietà e la povertà, per la salute e sicurezza, per aumentare i salari. Nulla su politiche fiscali e industriali o per favorire la piena e stabile occupazione. Gli sgravi per le assunzioni avulsi da serie politiche industriali da soli non creano nuovi posti di lavoro, come già dimostrato”.
Non è proprio il sostegno che si aspettava per i lavoratori che, secondo il segretario generale della Cgil, “non hanno bisogno di propaganda, ma di aumentare realmente i salari e non di marchette elettorali che offrono a pochi qualche decina di euro lordi una tantum” Cosa serve allora? “Servono interventi strutturali a partire dal rinnovo dei contratti collettivi di lavoro scaduti e di adeguati finanziamenti per i contratti dei pubblici, dalla scuola alla sanità. Occorre poi una vera riforma fiscale che combatta l'evasione, che prenda le risorse dove sono, tassi profitti, extraprofitti e rendite, e non lasci tutto il peso del fisco sulle spalle di lavoratori dipendenti e pensionati. Le lavoratrici e i lavoratori hanno bisogno di un governo che garantisca diritti e tutele 365 giorni l'anno, non di uno spot il Primo Maggio”.
Referendum per cambiare il Paese
Per smontare questa idea, la Cgil da qualche giorno è partita con la raccolta delle firma su quattro quesiti referendari. “Non vogliamo tornare al passato, ma guardare al futuro. – dice Landini – E il futuro non pub essere di precarietà, di riduzione dei diritti, in cui muori lavorando e nel sistema degli appalti non è mai responsabilità di nessuno, come succede ora. Le leggi degli ultimi vent'anni hanno generato un modo di fare impresa sbagliato, che va cambiato perché fondato sulla riduzione dei diritti, dei salari e sulla precarietà”.
Le richieste sono sempre le stesse da tempo: “Un nuovo sistema legislativo che sostenga la contrattazione collettiva con una legge sulla rappresentanza, la formazione permanente come diritto, un ingresso al lavoro non precario. Bisogna fermare la logica del subappalto a cascata e il folle sistema produttivo che porta alla strage sul lavoro, con 580 mila infortuni e oltre mille morti all'anno. Vogliamo cambiare il presente, per un futuro di libertà nel lavoro”.
Sicurezza, nessun passo avanti
Sulla sicurezza, la bocciatura è totale. La nuova patente, dice Landini, “è una presa in giro, per come l’ha strutturata il governo. Noi l’abbiamo chiesta per tutti i settori, non solo l’edilizia, per mettere fuori gioco le imprese che non rispettano le regole, subito e non dopo anni.Se tu lasci la logica del subappalto a cascata e non affronti il tema della prevenzione e della formazione, il resto rischia di servire a poco. Siamo un Paese in cui un’azienda è controllata ogni 15 anni, se va bene. Ricordiamo, come ci dice Inail, che la maggior parte degli infortuni e delle morti sul lavoro riguarda lavoratori precari e aziende che lavorano nelle catene di appalto e subappalto”.
La mobilitazione continua
Dopo il Primo maggio, ci saranno nuove mobilitazioni. “Non abbiamo intenzione di fermarci. – conclude il leader della Cgil – Anzi chiediamo già da adesso al governo che il taglio al cuneo contributivo sia reso strutturale, più risorse per pensioni, lavoro, sanità e istruzione pubblica. Il 25 maggio poi come Cgil saremo a Napoli, con le associazioni laiche e cattoliche della Via Maestra, per manifestare contro il progetto dell’autonomia differenziata e per difendere la nostra Costituzione, democratica e antifascista”.