Una legge “contro la contrattazione collettiva”, che “mortifica il ruolo delle lavoratrici e dei lavoratori, riducendoli a puri spettatori delle decisioni dell’impresa”. Con queste parole Maurizio Landini, segretario generale della Cgil boccia la legge sulla partecipazione in discussione in Parlamento, basata sulla proposta di iniziativa popolare della Cisl ed emendata dai partiti di governo e da Confindustria.

“Al contrario di quanto previsto dalla Costituzione, che all’art. 46 definisce il diritto dei lavoratori di partecipare, la legge trasferisce totalmente alle imprese questa scelta”, prosegue Landini.

“Sono infatti gli statuti delle aziende - sottolinea il numero uno della Cgil - che possono prevedere la partecipazione sia nei consigli di sorveglianza che in quelli di amministrazione; arrivando perfino a prevedere che gli statuti delle aziende possano definire piani finanziari a discrezione dell’impresa in sostituzione del premio di risultato, che è il cuore della contrattazione aziendale di secondo livello. Si sgancia così il salario aziendale da ogni aspetto legato alla prestazione di lavoro e si annulla il ruolo contrattuale e di rappresentanza delle Rsu e delle organizzazioni sindacali”.

“Anche le commissioni paritetiche - aggiunge Landini - sarebbero eventualmente concesse e convocate solo dalle imprese. Se si seguissero queste norme la contrattazione e le relazioni industriali tornerebbero indietro di decenni”.

“A sostegno della contrattazione collettiva, duramente attaccata dalla moltiplicazione di contratti pirata utili a creare dumping, serve invece una legge sulla rappresentanza, avendo a riferimento gli accordi interconfederali in vigore, che affermi anche il diritto delle lavoratrici e dei lavoratori di votare, sia per eleggere le proprie rappresentanze, sia per validare i contratti collettivi di lavoro. Come pure è necessario, per aumentare realmente i salari, rinnovare i contratti nazionali di lavoro pubblici e privati, e approvare una legge sul salario orario minimo”, conclude il segretario generale della Cgil.