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"Oggi il tema dell’unità sindacale, di un sindacato unitario, democratico, pluralista si pone in forme e termini nuovi". Così il segretario generale della Cgil, Maurizio Landini, in un intervento pubblicato sul sito ufficiale della Cgil nell'anniversario del Patto di Roma, che fu firmato il 3 giugno 1944. "Il contesto politico, sociale, internazionale, culturale, che portò alla rottura del 1948, non esiste più – ha affermato –. Anche per queste ragioni è possibile oggi porsi il tema di una nuova unità sindacale. Non ci nascondiamo che veniamo da stagioni nelle quali vi sono stati anche accordi separati. Ma proprio per questo abbiamo bisogno, tutti, di ricostruire un percorso democratico che consenta ai lavoratori e alle lavoratrici di far sentire la propria voce su piattaforme e ipotesi di accordo".
Il leader della Cgil ha poi proseguito: "D’altra parte l’esigenza di una nuova unità sindacale, costruita su un percorso democratico, può rappresentare una risorsa preziosa proprio in uno dei momenti più critici della storia del nostro Paese. Non siamo ancora usciti, infatti, dalla crisi più lunga e destabilizzante dal dopoguerra a oggi. Siamo nel pieno di processi che tendono a frantumare il lavoro, a scomporre identità sociali, a disarticolare il modello di welfare, a travolgere tutele e diritti. E in questa frantumazione proliferano presunti accordi, sottoscritti da soggetti privi di rappresentanza reale, che spingono sempre più verso il basso le condizioni di lavoro".
Dal contesto attuale deriva quindi "l’esigenza di una certificazione della rappresentanza che definisca i soggetti reali della contrattazione, recependo così gli accordi interconfederali sottoscritti anche dalle rappresentanze datoriali di diversi settori". Un nuovo percorso unitario, la certezza della rappresentanza, il rapporto democratico con coloro che si vuole rappresentare "sono la risposta migliore a chi vorrebbe eliminare il ruolo e la funzione del sindacato e, più in generale, dei corpi intermedi. La risposta migliore a chi vorrebbe semplificare e ridurre la complessità democratica. Tanto più proprio quando la nostra democrazia ha bisogno di coniugare libertà e uguaglianza, facendo del lavoro il principio attivo sul quale costruire una nuova qualità dello sviluppo. Questo – ha concluso Landini – può farlo soltanto un sindacato forte, unitario, democratico, pluralista"