“Non siamo ancora stati convocati dal governo e quindi non abbiamo nulla di ufficiale in mano e credo sia la prima volta nella mia memoria che un governo vara una legge di Bilancio senza alcun confronto con le parti sociali ”. Questo il primo commento del segretario generale della Cgil, Maurizio Landini, alla legge di Bilancio varata da palazzo Chigi, intervenendo all'iniziativa della Cgil Liguria “Le sfide del lavoro. La mobilitazione per la democrazia, i diritti, i salari e le pensioni, lo sviluppo”.

Sette anni di austerità

“Per quello che abbiamo letto dai giornali – ha proseguito – è chiaro che si conferma quello che avevamo denunciato dopo l'incontro sul piano straordinario di bilancio che hanno presentato in Europa”: “Per far tornare i conti si taglia la spesa e non si aumentano le entrate, è chiaro che questo vuol dire fare 7 anni di austerità che pagano lavoratrici, lavoratori, cittadini, pensionati. Questo è il dato di fondo”.

Priorità nazionali e regionali

Dal palco sul quale ha parlato Maurizio Landini, il segretario generale della Cgil Liguria, Maurizio Calà, ribadisce: “Siamo per la mobilitazione sia sulle questioni contrattuali sia sui diritti. Le nostre priorità a Roma come in Liguria sono il recupero pieno del potere d'acquisto di stipendi e pensioni. Ci sono priorità nazionali e regionali che in alcuni casi collimano, come il drammatico tema delle guerre, il nefasto disegno di legge sull'autonomia differenziata, gli attacchi al ruolo e alla funzione del sindacato, della magistratura, della cultura e della comunicazione, l' attacco al nostro sistema costituzionale”.

Pubblica amministrazione e servizi sotto attacco

Per Calà i due grandi temi posti dalla Cgil sono la mancanza di visione industriale del governo e  l'attacco alla pubblica amministrazione e ai servizi, sempre più indirizzati verso la privatizzazione. “La prossima finanziaria – afferma – si appresta a tagliare ulteriori risorse che avranno la conseguenza di ridurre i servizi sul territorio, dal trasporto pubblico locale a sanità e scuola. In questo contesto il governo propone di rinnovare i contratti pubblici con pochi spiccioli ed è questa una delle ragioni per cui gli operatori sanitari scappano dalla sanità pubblica e vanno in quella privata”.

La questione Liguria

Nel contesto nazionale si inserisce la vicenda ligure con alcune peculiarità come la  condizione demografica e quella morfologica , ma anche e soprattutto il cattivo governo di alcune delle grandi domande tra le quali crescita economica, qualità del lavoro, sanità.  “Sulla questione demografica – dice Calà – si è fatto finta di non sapere che la Liguria ha dei primati complessi”, come quello del “29 per cento di popolazione over 65, un dato che il resto del Paese non raggiungerà nemmeno nel 2031, quando gli over 65 si stimano essere il 27,7 per cento della popolazione”. 

La qualità del lavoro si misura anche dai diritti in materia di salute e sicurezza, strettamente legati al problema della precarietà, del lavoro irregolare e degli appalti vinti al massimo ribasso . Anche qui la Liguria conferma un primato negativo visto che registra un tasso di irregolarità molto alto del 75,4%, superiore sia alla media del Nord-Ovest (68,9%) sia a quello nazionale (69,8%) e in aumento rispetto al 71,7% del 2022. Nonostante questa condizione nel 2023 il numero delle ispezioni sul lavoro e la legislazione sociale sono state una inezia: l'1,1 per cento del totale, con una probabilità di ispezione prossima allo zero.

Il capitolo sanità

Infine il capitolo sanità. Dal 2022 al 2023 sono stati 30 mila in più i liguri che hanno rinunciato a curarsi , arrivando a 118.946. Tra le cause i costi della sanità ei tempi di attesa riferiti alle visite e alla diagnostica. In questa condizione, sono solo il 25 per cento le case di comunità attivate con le risorse del Pnrr e, nel caso in cui nei prossimi due anni si riuscisse a completare il 100%, all'appello mancherebbe comunque il personale per farle funzionare in stima circa 500 operatori.

“Le mobilitazioni della Cgil – ha concluso Calà - sono mirate alle questioni salariali, alla rivalutazione delle pensioni, al contrasto della precarietà, a salute e sicurezza sul lavoro e alla cancellazione della legge Fornero. Ci mobiliteremo anche sulla sanità per stravolgere l'attuale sistema che non affronta il tema della medicina territoriale. Contrasteremo in tutte le forme possibili la manovra per evitare ulteriori tagli ai servizi pubblici come quelli sul trasporto pubblico locale che già oggi ha vive situazioni drammatiche sia per il personale sia per l'utenza”.