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“Noi non ci fermeremo qui, perché questo Paese lo vogliamo cambiare per davvero”. Con queste parole, Maurizio Landini ha concluso il suo intervento da piazza del Popolo a Roma, durante la manifestazione nazionale della Cgil. “Vogliamo scrivere la nostra Legge di bilancio, da presentare al governo - ha detto -. Lo proporremo anche alla Cisl e alla Uil, perché se ci chiamano a novembre quando i giochi sono già fatti, com'è già successo negli ultimi due anni, saremo tagliati fuori. Invece, noi vogliamo confrontarci prima che vengano prese le decisioni. Prima della promulgazione della finanziaria dobbiamo dare una nuova dimostrazione di forza e di contenuti. Per questo ci ritroveremo di nuovo nelle piazze d'Italia per avanzare le nostre proposte. E se non ci ascolteranno, metteremo in campo tutto ciò che è necessario per farci ascoltare”.
Davanti a una piazza stracolma nonostante il caldo, Landini ha snocciolato tutti i temi al centro dell'iniziativa che conclude un percorso di oltre 200 assemblee in tutta Italia: lavoro, precarietà, contratti e aumento dei salari; ma anche rappresentanza, salute e sicurezza, diritto alla formazione , giustizia sociale e pace. “Non è stata fatta una vera riforma fiscale in questo Paese, perché il governo non ha accettato di dare di più a chi prende meno - ha detto -. Ma oggi non ce nessuno in Italia che non riconosca che la gente non arriva alla fine del mese, perché i salari sono bassi. Lo diciamo da tempo e lo ripetiamo di nuovo qui: c'è un'emergenza sociale, e bisogna intervenire adesso non domani. Benissimo aver portato a casa i primi 200 euro a luglio, ma noi uno abbiamo bisogno di interventi una tantum, di 200 euro tutti i mesi, per poter vivere con dignità. L'unico modo per risolvere il problema dei salari è aumentarli, non c'è altra soluzione”. Per il segretario Cgil, quindi, la questione fiscale è “centrale”. Ma una legge delega “ancora non c'è”. Se valgono le anticipazioni dei giornali, però, quella che il governo sta elaborando “non va bene. La devono ridiscutere perché non combatte l'evasione fiscale, non riduce la tassazione a chi prende meno, non porta alla progressività”.
LA MANIFESTAZIONE
Un altro passaggio del suo discorso Landini lo ha speso sulla precarietà dilagante nel lavoro: “Quando ci sono persone che pur facendo lo stesso mestiere nello stesso luogo non hanno gli stessi diritti e non hanno le stesse tutele, c'è un problema che riguarda tutti. Anche noi e i nostri comportamenti. Dobbiamo batterci perché vengano assicurati i diritti a tutti i lavoratori. Quindi, visto che questo è l'anno del nostro congresso, scriveremo alle forze politiche le nostre proposte e chiederemo di incontrarli e dire loro concretamente cosa devono fare. Perché per cambiare la precarietà bisogna cambiare le leggi folli che sono state fatte in questi anni. Con risposte negative avrà inizio la nostra mobilitazione”. La Cgil è pronta a battersi anche contro la perdita dei diritti nei subappalti, che porta “sfruttamento, schiavismo e morti sul lavoro”.
Non meno importanti i passaggi del discorso di Landini su sanità, scuola e pensioni: “Se si fanno investimenti per nuovi ospedali, sul territorio per le case di comunità, per i servizi socio assistenziali a noi va benissimo - ha detto -. Ma c'è bisogno di farne molti di più anche perché noi abbiamo un paese dove attraverso una riforma sbagliata della costituzione abbiamo una sanità diversa a seconda della regione. Quindi c'è da cambiare molto senza spendere fondi pubblici per darli in gestione ai privati. Questo per noi non è accettabile”. E lo stesso vale per la scuola e la formazione permanente, soprattutto oggi, con la pandemia che ci ha insegnato quanto la tecnologia possa migliorare la nostra vita, ma anche le disuguaglianze tra le persone. Le battaglie che la Cgil porta avanti, quindi, sono di tutti: “Abbiamo messo assieme i delegati di tutte le categorie con i pensionati e gli studenti. Per discutere di lavoro e pensioni, infatti dobbiamo stare insieme, perché dobbiamo elaborare un nuovo modello sociale che sia in grado di rispondere a bisogni e alle esigenze di tutti. È questo il frutto della confederalità che ci contraddistingue come sindacato”.
Infine un pensiero sula guerra in Ucraina: “Sono passati ormai più di 100 giorni dall'inizio dell'invasione russa. Oggi la guerra è diventata la quarta o quinta notizia in ordine di importanza sulle testate. Ma i bombardamenti continuano e le persone continuano a morire. Allora penso che mai come adesso dobbiamo dire, con ancora più forza, che quella guerra va fermata. E che la pace la si pratica non aumentando il riarmo, ma con più diritti e più democrazia. Anche su questo non ci fermeremo nell'affermare che dobbiamo abolire la guerra come strumento di soluzione dei rapporti tra le persone e gli Stati”.