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“Il governo ha fatto un incontro con le imprese e non con i sindacati: questo è già un elemento che si commenta da solo”. Lo afferma il segretario generale della Cgil, Maurizio Landini, nel corso della conferenza stampa su referendum e tesseramento, mercoledì 9 aprile nella sede di Corso d’Italia.
“Il secondo elemento – continua – riguarda cosa il governo non ha detto: mi sarei aspettato che un capo del governo dicesse alle aziende che non bisogna delocalizzare le proprie produzioni, come sta avvenendo ora, perché così significa toglierle al nostro Paese e questo porterà dei tagli”.
Un vero e proprio saccheggio
Quanto emerso dall’incontro “si configura come un vero e proprio saccheggio – prosegue Landini – : i fondi del Pnrr e del fondo di coesione non devono essere ridistribuiti a pioggia alle imprese, ma devono servire per gli obiettivi che sono stati indicati. Proprio quelle risorse sono pensate per affrontare i ritardi infrastrutturali e tecnologici del Paese. Non siamo d’accordo con ciò che ieri è stato indicato”.
Contrastare la politica dei dazi
Il leader della Cgil ha poi parlato dei dazi imposti dal presidente degli Stati Uniti Trump e come contrastarli. “Le guerre commerciali sono guerre vere”, ha specificato. “Oggi abbiamo tanti temi complicati sul tavolo, come il cambiamento climatico, la rivoluzione digitale e ambientale sono temi complicati, serve una politica vera che li affronti”.
In tal senso “va assolutamente contrastata la logica dei dazi, L’Europa deve essere in grado di avere una sua posizione forte: va respinta l’idea di Trump di aprire singole trattative tra gli Usa e il resto del mondo. Il nostro Paese non deve entrare in una logica di questo genere e fare proprio il contrario, operare in ottica europea”.
No a singola trattativa Italia-Usa
“L’Italia, insieme all’Europa, per combattere davvero i dazi deve pensare a un’apertura a tutti i mercati, ovvero ragionare su allargare il multilateralismo e le relazioni, questa è la strada per affrontare la situazioni”. Così Landini: “Siamo dentro un passaggio inedito e molto preoccupante, che non deve essere sottovalutato. In tutto questo scenario la via di dare soldi pubblici a pioggia alle imprese non funziona, negli ultimi vent’anni non ha mai funzionato”.
Aumentare gli stipendi e rinnovare i contratti
Per il segretario “aumentare la domanda interna significa aumentare i salari. Lo stesso governo, come datore di lavoro, non sta rinnovando i contratti nel pubblico impiego. Al contrario, notiamo che l’esecutivo sta preparando un aumento delle spese per le armi, cioè va verso il riarmo: questo è sbagliato per la situazione del debito pubblico, perché significa mettere miliardi sulle armi e tagliare la spesa sociale, come sanità e istruzione. Il nostro giudizio è molto negativo”.
Sulle risorse attualmente a disposizione, infine, non esiste una cabina di regia: “Le parti sociali non vengono messe in condizioni di sapere ciò che sta accadendo: il rischio è di non riuscire a spendere le risorse che abbiamo. Il governo sembra in confusione”, ha concluso.