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“Esiste una questione salariale nel nostro Paese, è grande come una casa. Sta aumentando la povertà di chi lavora. Oggi nel nostro Paese si può essere poveri lavorando”. Lo ha detto il segretario generale della Cgil, Maurizio Landini, intervenendo alla Festa dell’Unità di Reggio Emilia intervenendo in un dibattito insieme a Fabio Storchi, presidente Confindustria di Reggio Emilia, e Cecilia Guerra, segretaria nazionale pd con delega al lavoro.
“La prima questione è aumentare i salari, non c’è alternativa: rinnovare i contratti collettivi nazionali e aumentare i salari oltre l’inflazione cosa che non è stata fatta. È un tema non è più rinviabile. In questi ultimi tre mesi molti contratti sono stati rinnovati, ma se c'è stata una leggera inversione di tendenza il governo non c'entra”.
Per il leader della Cgil il rinnovo dei contratti nazionali deve avere anche il compito di redistribuire la ricchezza che viene prodotta. “Bisogna rimettere al centro il lavoro, la dignità delle persone attraverso il lavoro”.
E ancora: “Le tasse sul lavoro e sulle pensioni sono troppo alte, abbiamo un primato negativo in Italia: il livello di precarietà è ai massimo. Le leggi degli ultimi 20 anni vanno cancellate. Io penso che sia giusto introdurre il salario minimo, essere pagati i 5 o 6 euro l’ora vuol dire essere poveri pur lavorando”.
Mentre Storchi ha ricordato: “Io e Landini nel 2016 abbiamo fatto un accordo storico, che ha dato risposte alle criticità. Sulla base di quanto già fatto è possibile rimettere a punto nuovi contratti, si può fare”.