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Dopo lo sciopero e le iniziative dello scorso 22 dicembre che hanno registrato una partecipazione al di là di ogni previsione, con decine di migliaia di lavoratrici e lavoratori in piazza, continua la condotta dilatoria da parte delle associazioni datoriali. Inizia così la presa di posizione della Filcams Cgil, diffusa in un comunicato.
Sono dodici i contratti nazionali scaduti e in attesa di rinnovo da quattro, cinque, alcuni addirittura sei anni, del terziario distribuzione e servizi, della distribuzione moderna organizzata, della distribuzione cooperativa e della filiera del turismo, della ristorazione e della cultura.
Un atteggiamento grave e irresponsabile, evidenzia la Filcams, che si ripercuote ogni giorno sulle condizioni materiali di milioni di persone e sulle loro famiglie e che rischia di compromettere definitivamente la tenuta di già fragili sistemi relazionali.
Da Confcommercio, Confesercenti, Confindustria, Cooperazione e Federdistribuzione, le associazioni datoriali sottoscrittrici dei contratti nazionali dei settori coinvolti, si attende ora una risposta non più differibile, in assenza della quale saranno inevitabili la prosecuzione dello stato di agitazione e ulteriori iniziative di lotta.
Una situazione sulla quale hanno tra l’altro pesato il disinteresse e le disattenzioni, perpetrate per anni, di parte rilevante della politica e delle istituzioni, tra i grandi assenti nella gestione di una vertenza che pure riguarda settori strategici e fondamentali per l’intera economia nazionale.
“Già nei prossimi giorni”, dichiara Fabrizio Russo, segretario generale della Filcams Cgil, “sulla base delle scelte, o delle non scelte, che imprese e associazioni datoriali riterranno di prendere, stabiliremo come procedere, nel rapporto con le delegate e i delegati e le lavoratrici e i lavoratori interessati e con Fisascat e Uiltucs; l’impostazione unitaria che ha caratterizzato la vertenza fin dalla sua origine rappresenta, per quanto ci riguarda, un valore da preservare”.
Per il segretario della Filcams “il tempo è scaduto e il rinnovo della contrattazione nazionale del terziario nel suo complesso non è più rinviabile. Nei settori caratterizzati da lavoro irregolare, povero e precario come i nostri l’emergenza salariale e la necessità di avere un quadro regolatorio di riferimento rappresentano, se possibile, ancora di più una priorità”.
“Ed è per questo – conclude Russo – che se il silenzio da parte datoriale continuerà, anche la nostra mobilitazione procederà e metterà in campo nuove iniziative di lotta. Non ci fermeremo, fino a quando i contratti non saranno rinnovati e i lavoratori non avranno adeguamenti necessari a permettere a loro, e alle loro famiglie, di condurre un'esistenza dignitosa”.