Una piccola realtà territoriale nella quale si concentrano però pezzi strategici dell’industria del Paese, siderurgica e chimica: Terni, con le sue acciaierie e il suo polo chimico, ha tutte le carte in regola per essere un laboratorio per la transizione ambientale, energetica e digitale. Il tutto a patto che questa transizione non “passi sopra le teste di lavoratrici e lavoratori”, ma sia al contrario “governata con la loro partecipazione attiva”.
Ne hanno parlato a Terni Pino Gesmundo, segretario della Cgil nazionale, Marco Falcinelli e Michele De Palma, segretari generali rispettivamente di Filctem e Fiom, in un convegno dal titolo “Industria, energia, ambiente: prospettive di sviluppo industriale sostenibile nell’area ternano-narnese”.
All’evento, promosso dalla Cgil nazionale con Fiom e Filctem ternana, sono intervenuti anche Claudio Cipolla, segretario generale della Camera del lavoro di Terni, Alessandro Rampiconi, segretario generale Fiom Terni, e Stefano Ribelli, segretario Filctem Terni, coordinati da Sergio Cardinali, area politiche industriali Cgil nazionale.
Per il mondo accademico, imprenditoriale e dell’associazionismo hanno preso la parola Riccardo Morelli, presidente sezione Terni di Confindustria Umbria, Luigi Vaccaro, professore ordinario del dipartimento Chimica, Biologia e Biotecnologie Università degli studi di Perugia, Mario Agostinelli, associazione Laudato Si Milano, Giuseppe Capitani, associazione Elettricità Futura e Linda Barelli, Università degli studi di Perugia. Non sono mancati gli interventi delle autorità locali con i sindaci di Terni e Narni, Stefano Bandecchi e Lorenzo Lucarelli, e l’assessore allo Sviluppo economico Regione Umbria, Michele Fioroni.