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Quanto accaduto a Borgo Santa Maria non può essere considerato semplicemente un infortunio sul lavoro, ma rappresenta la tragica conseguenza della condizione di schiavitù a cui sono sottoposti migliaia di lavoratori nell’Agro Pontino. Nonostante le condizioni disperate, è stato scaricato davanti alla sua abitazione come un rifiuto, un oggetto ormai inservibile.
Questo è l'ennesimo, inaccettabile episodio di disumanità in un territorio che, negli ultimi anni, ha riempito le cronache di precarietà e sfruttamento. Ciò che è ancora più grave è che questa situazione sembri ormai essere considerata normale.
Sembra normale che, nell'agricoltura del pontino, continuino a esistere ‘fantasmi’ che si ammazzano di lavoro nei campi, trattati come schiavi e privati della loro dignità. Sembra normale che migliaia di persone di altre etnie, che abitano questo territorio da generazioni, continuino a vivere ai margini di un sistema che non li riconosce, ma che si nutre di loro. Sembra normale che, dopo eventi di questo genere, l'unica aspettativa sia una breve indignazione, destinata a durare il tempo di un articolo di giornale, senza nessuna azione concreta per porre fine a questa disumanità.
La denuncia non basta più. Serve un'azione forte che smuova le coscienze. Serve la consapevolezza diffusa che, quando la dignità di un solo essere umano viene calpestata, l'asticella inevitabilmente si abbassa per tutti.
Giuseppe Massafra è il segretario della Cgil Frosinone e Latina