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Nei primi 3 mesi del 2021 si contano 27 morti sul lavoro in Lombardia, un numero in crescita rispetto allo stesso periodo dello scorso anno, che ha fatto registrare 21 infortuni mortali. Una strage continua che non sembra fermarsi. L’ultima tragedia questa mattina (5 maggio) a Busto Arsizio in provincia di Varese, dove Christian Martinelli, 49 anni, padre di due bambine di otto e sette anni, è rimasto schiacciato sotto un’enorme fresca industriale.
“Consideriamo la sicurezza sul lavoro un diritto fondamentale e pretendiamo si faccia il necessario per garantire un lavoro sano e sicuro – scrivono in una nota congiunta i sindacati Cgil, Cisl e Uil della Lombardia, Cgil Varese, Cisl Laghi e Uil Varese -. Chiediamo investimenti da parte delle aziende nella cultura della sicurezza e nella prevenzione di cui oggi tanto si parla, ma con insufficiente impegno per attuarle nell’organizzazione del lavoro. Regione Lombardia deve restituire operatività ai servizi di prevenzione negli ambienti di lavoro cui spetta la vigilanza sul rispetto delle norme e la prevenzione, rafforzando il personale dedicato ai controlli nelle aziende”.
Questo però ancora non basta. Secondo le organizzazioni sindacati è necessario un impegno comune sulla formazione continua, che sia appropriata ai cicli produttivi. Un impegno che deve essere anche di tutte le istituzioni a ogni livello. “Il tema della sicurezza e della prevenzione nei luoghi di lavoro deve diventare prioritario nell’agenda politica - concludono i sindacati, che mandano un pensiero commosso ai familiari di Christian Martinelli, a cui si stringono con dolorosa solidarietà - e vi sia un adeguato stanziamento di risorse economiche e di personale”.