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Cgil, Cisl e Uil hanno scritto al presidente del Consiglio Giuseppe Conte per chiedere un incontro urgente sulla politica economica, ed “entrare nel merito dei temi già individuati”, non solo sulla legge di bilancio, “ma anche sui prossimi tre anni”. Per il segretario generale della Cgil Landini serve “la riforma fiscale e una vera lotta all’evasione”, ma per il sindacato di Corso d’Italia è anche urgente ripensare il sistema degli ammortizzatori in uno scenario economico “molto preoccupante”, e in cui “le cose potrebbero peggiorare”.
Intanto i pensionati hanno annunciato che scenderanno in piazza il 16 novembre a Roma, per “una giornata di lotta, ma anche di orgoglio”. Perché “sbaglia chi non ci ascolta”. Mobilitazione nazionale in 100 città pure per Fillea, Feneal e Filca, il 15 novembre. Per chiedere “una vera politica industriale, la ripresa delle infrastrutture e la messa in sicurezza del territorio”.
A tre anni dall’ultima volta, poi, i Sikh dell’Agro Pontino, sfruttati e minacciati, hanno trovato di nuovo il coraggio di ritrovarsi a Latina, con i sindacalisti della Flai al loro fianco: “Il caporalato va combattuto insieme”. Restando in tema immigrazione, c’è stata anche la protesta degli ex lavoratori del Cara di Mineo, per chiedere che le centinaia di operatori licenziati vengano ricollocati, mentre per la Cgil la bocciatura del Parlamento europeo alla cosiddetta risoluzione ‘pro-ong’, con l’astensione dei 5 Stelle, è stata “un’occasione sprecata” che “peserà sulle coscienze”.
Hanno scioperato, poi, i lavoratori delle società partecipate del Comune di Roma. Cgil, Cisl e Uil lo hanno definito “uno sciopero non politico”, che ha comunque chiamato a raccolta moltissimi cittadini sotto al Campidoglio. Per Natale Di Cola, della segreteria generale della Cgil di Roma e Lazio, “l'alta adesione dimostra che stavamo dalla parte giusta e che la sindaca Raggi non aveva capito cosa stava accadendo”. Stop pure per i grafici editoriali, proclamato da Slc Cgil e Uilcom Uil, con presidio e conferenza stampa a Milano davanti alla sede di Assografici. Il loro contratto è scaduto dal 31 dicembre 2015. I metalmeccanici, invece, si fermeranno per due ore il 31 ottobre per chiedere al governo e alle imprese una svolta nelle politiche industriali e per affrontare e dare soluzione ai circa 160 tavoli di crisi aziendali aperti.
Sul fronte delle vertenze, Fim, Fiom e Uilm si sono dette preoccupate per la revoca dello “scudo” ai dirigenti dell’ex Ilva di Taranto, perché si “rischia il futuro dello stabilimento”. In ogni caso la Fiom è pronta alla mobilitazione contro l’ipotesi di licenziamento. Alla Fca di Melfi, nel frattempo, aumentano gli ammortizzatori. I nuovi modelli porteranno alla piena occupazione, ma al momento rimangono forti criticità. Il caso Cnh Industrial, invece, arriva al Mise. Lunedì 28 ottobre confronto al ministero sul piano industriale della società ex Fiat. Sono oltre 300 i posti di lavoro in discussione.
Sulla critica situazione che si sta vivendo in Cile, infine, è arrivata la netta condanna del sindacato mondiale Csi-Ituc per il comportamento del governo di destra, le cui politiche di austerità sono all'origine delle proteste. Intanto si sono svolti due giorni di sciopero generale contro il presidente Sebastian Piñera. Le strade di Santiago si sono riempite di almeno 200 mila persone e le aperture del capo dello Stato non hanno placato il malcontento.
ANALISI, APPROFONDIMENTI, INCHIESTE
Bancari, un contratto che parla al Paese
di Giuliano Calcagni
Tornano gli invisibili dell’Agro Pontino
di Carlo Ruggiero
Autonomie regionali, una scorciatoia per pochi
di Maria Cecilia Guerra, Rps
Un ragazzo, una famiglia
di Carlo Ruggiero
Politiche fiscali: hasta el cuneo siempre
di Fabrizio Patriarca, Eticaeconomia
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